“Squadra di alto livello, in zona playoff fin da inizio stagione. Alziamo la nostra fisicità su entrambi i lati del campo”
Battendo Verona sul parquet di casa nell’ultima giornata di campionato, non senza qualche piccolo patema, il Derthona guidato da coach Ramondino ha ribadito, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, la sua posizione in classifica che la vede ormai terza forza della Serie A dietro solo ai due Euroleague teams Milano e Bologna ma, almeno per i punti in classifica, ben davanti al resto delle squadre italiane con 6 lunghezze di vantaggio su Varese (4ª) e Sassari (5ª) e distacchi che si ampliano se si scende in graduatoria. Una corsa importante dei leoni che si candidano quindi ad essere la mina vagante della post season in cui i bianconeri hanno grandi possibilità di arrivare fino in fondo. Unica macchia, nelle ottime prestazioni della Bertram nelle ultime uscite, la poca continuità all’interno del singolo match che permette agli avversari di piazzare recuperi o parziali come successo domenica con gli scaligeri che dopo essere stati sotto anche di 15 lunghezze a fine terzo quarto, hanno rischiato di portare quantomeno la gara all’overtime.
Coach, è accaduto anche domenica con Verona. Come mai all’interno di un match spesso il rendimento è così ondivago e subìte rimonte inaspettate? “Perchè si gioca in due e ci sono gli avversari che hanno le loro strategie e fanno adeguamenti. Ma ci sono anche altri fattori: un calo di qualità del gioco, oppure accoppiamenti particolari in campo come ad esempio la presenza allo stesso tempo di Cain e Radošević, per noi non così consueta. Insomma, fa parte del gioco”. Come si migliora questo aspetto? “Come gli altri. Con applicazione e consapevolezza degli effetti dei propri errori e la conoscenza degli avversari. Poi bisogna stare il più possibile sereni”. Situazione infermeria? “Daum e Macura ad oggi (ndr. giovedì 16) non si sono ancora allenati e abbiamo qualche altro piccolo fastidio. Per la gara con Trento non so ancora quanti recupereranno ma l’importante è riuscire a ricominciare a lavorare con continuità in settimana. Il lavoro settimanale in palestra ho sempre detto che è come un salvadanaio da cui però non si può solo attingere. Dobbiamo aumentare il nostro livello di fiducia, di brillantezza e di serenità all’interno del salvadanaio e lo possiamo fare solo lavorando con il gruppo al completo”. Trento. In Coppa l’avete conosciuta ancora meglio. Ha caratteristiche particolari? “Squadra di alto livello che fin da inizio stagione è nella zona playoff. Ha una fortissima identità difensiva, grande taglia in tutti i ruoli, è dura, fisica e aggressiva. E’ capace di togliere ritmo all’attacco avversario. In fase offensiva poi ha tante soluzioni con tutti i giocatori capaci di creare per sè e per i compagni, lunghi che tirano bene da fuori come Grazulis e pericolosi anche dal mid-range”. Come si affronta? “Difensivamente alzando il livello individuale della fisicità negli 1vs1, offensivamente avendo grande ritmo ed evitando il più possibile le situazioni statiche a cui la loro difesa cercherà di indirizzarci”. Giocatori da tenere maggiormente d’occhio? “Come ho detto sono tanti gli uomini capaci di creare. Trento attinge da tanti modi per fare male agli avversari ed è brava a distribuire le responsabilità a seconda delle situazioni”.
Trento. L’Aquila, che i leoni hanno battuto nei quarti di finale di Coppa Italia, non senza fatica, è guidata in panchina da coach Lele Molin, ex Caserta, ed è stata anche la prima avversaria di questa stagione per i leoni che hanno vinto all’esordio 70-76 in Trentino. Con 22 punti frutto di 11 vittorie e 10 sconfitte occupa la 7ª posizione, è solo 16ª per punti e 15ª per media assist ma 1ª per rimbalzi a riprova della sua grande fisicità e del suo atletismo sotto canestro. E’ stata costruita con una batteria importante di esterni e registi e propone un gioco aggressivo e veloce con ritmo, penetrazioni, un buon volume di tiri e lunghi con spiccata propensione al contropiede in campo aperto. La batteria di esterni vede come playmaker il 2003, stella del roster Matteo Spagnolo, in prestito dal Real Madrid, che viaggia con 12,7 punti, 3,2 rimbalzi e 3,1 assist di media a gara, il capitano e colonna della squadra Toto Forray (’86) e Diego Flaccadori dal Bayern Monaco, 13,9 e 3,1 assist a match. Le guardie sono invece il 2000 Luca Conti ed i due americani, entrambi del 1990, Andrew Crawford (11,1) e Trent Lockett (6 e 3,6 rimbalzi). Il parco lunghi è atletico e veloce con le ali Mattia Udom (’93) e Andrejs Grazulis (’93 ex Derthona) a quota 8,8 e 5,8 rimbalzi a gara ed i due centri Max Ladurner (’01 prodotto del settore giovanile) e l’americano Darion Atkins (’92). In Eurocup, dove nell’ultima gara martedì sera ha superato il Buducnost 79-76, ha un record super negativo di 3 vittorie e 13 sconfitte che la relega in penultima posizione nel gruppo B, praticamente fuori dalla corsa ai quarti. Palla a due sabato ore 20, in diretta su Eurosport 2.
Davide Maruffo
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