“Vogliamo essere in prima linea al servizio delle fasce più deboli”

Intervista al nuovo presidente Cri Mauro Bombardi

Per cominciare ci parli della sua storia in Croce Rossa. Da quanto tempo è volontario? Non amo mai parlare di me. Il mio obiettivo è sempre quello di portare all’attenzione di chi ci guarda l’alto livello di professionalità del nostro personale volontario e dipendente e ciò che questo ente può offrire in favore delle fasce più deboli della popolazione. Posto ciò, sono un volontario di Croce Rossa dal settembre 2002.  Ho sempre svolto prioritariamente servizi in ambulanza. Dal 2008 sono molto impegnato nell’ambito della formazione, sia interna rivolta ai nuovi volontari e ai volontari già formati con gli aggiornamenti periodici previsti, sia verso la popolazione alla quale ci proponiamo con un’offerta formativa molto ampia e strutturata: corsi di primo soccorso per le aziende, corsi sulle manovre salvavita pediatriche rivolti ai genitori, nonni e operatori che lavorano a contatto con i bambini, abilitazione all’utilizzo del defibrillatore semiautomatico (DAE) e molto altro. Per circa 4 anni, dal 2011 al 2015, ho ricoperto il ruolo di responsabile dei volontari del comitato tortonese occupandomi di coordinare le attività della cosidetta “area salute”, una delle aree di operatività nell’organizzazione della Croce Rossa.

Perchè la decisione di candidarsi alla presidenza? Secondo quanto previsto dal nostro statuto, un presidente può svolgere al massimo due mandati consecutivi. Il presidente uscente, che ringrazio infinitamente per l’egregio lavoro svolto fino ad oggi, è stata impegnata nel ruolo per ben otto anni. Non le era possibile proseguire per un ulteriore mandato. Ho deciso di mettermi a disposizione dell’associazione, essendo uno tra i volontari con maggiore anzianità di servizio e da sempre coinvolto trasversalmente in molte attività. Ci tengo a precisare che non avrei accettato senza il parere favorevole di moltissimi volontari e dipendenti che mi hanno spinto e incoraggiato nella scelta e ai quali rivolgo un caloroso ringraziamento. La guida del comitato non è fatta però solo dal presidente. Sono affiancato da tre consiglieri: Antonella Massavelli, nominata vicepresidente, Piero Bocchetti, Valter Magrassi persone eccezionali, con le quali abbiamo impostato un bel progetto di crescita; tre volontari di lunga data con alle spalle un background personale che sicuramente potrà essere un grande valore  aggiunto nella gestione dell’associazione. A brevissimo si aggiungerà un quarto consigliere, facente parte della componente dei Giovani Cri, a completare il consiglio direttivo così come previsto dallo statuto.

Quali sono le vostre principali attività? (oltre agli interventi di soccorso) Spesso quando si pensa a Croce Rossa si pensa al soccorso sanitario in emergenza. Quella è solo una parte di ciò che fa la Croce Rossa, è la parte più visibile. In realtà, oltre al soccorso sanitario e ai trasporti sanitari privati e in convenzione con gli enti ospedalieri, svolgiamo numerosissime attività in ambito socio-assistenziale e socio-sanitario. Si pensi ad esempio alla distribuzione di generi alimentari e di prima necessità rivolto alle persone con determinati requisiti; alla attività strutturata di raccolta sangue ed emoderivati che svolgiamo con ambulatorio mobile in collaborazione con il centro trasfusionale dell’ospedale di Tortona; la raccolta alimentare in collaborazione con i supermercati ed altre associazioni; il progetto denominato “proteggiamo la salute” che ci vede impegnati nelle piazze dei vari comuni afferenti il nostro territorio dove si offrono gratuitamente screening di vario genere, esami del sangue, visite mediche specialistiche. E’ un progetto partito poco tempo fa con un gazebo e un tavolino ed ora si è strutturato a tal punto da offrire spazi paragonabili ad un poliambulatorio itinerante. Ci sono poi le altre attività dei Giovani Cri rivolte ai ragazzi/e in cui si sensibilizza la popolazione su importanti temi di utilità sociale: dalla guida sicura, all’abuso di sostanze, alle malattie sessualmente trasmissibili. Non basterebbe una pagina di giornale per elencare tutte le attività su cui possiamo impegnarci.

Che progetti ha in mente? Nuove iniziative? I progetti e le idee sono tante. La buona volontà non manca sicuramente. Prioritariamente la progettualità nel breve termine riguarda il miglioramento di taluni processi interni al fine di ottimizzare le risorse per poter dare una sempre più forte risposta alle esigenze della popolazione. Vogliamo essere in prima linea al fianco delle istituzioni cittadine al servizio delle fasce deboli. Tra le nuove iniziative possiamo sicuramente citare la volontà di aprire corsi per diventare volontari di Croce Rossa. Abbiamo un grande bisogno di persone che dedichino parte del loro tempo per fare del bene al prossimo. Vogliamo inoltre dare continuità a ciò che è stato fatto in passato e implementare servizi per la popolazione.

Sono emerse nel passato recente alcune criticità per quanto riguarda i mezzi dell’autoparco, la pulizia dello stesso dai piccioni ma anche della sede… Cosa pensa di fare a riguardo? La nostra sede è molto grande, è divisa in tre corpi principali: il primo è la sede vera e propria dove trovano spazio la centrale operativa, uffici amministrativi, cucina e spazi per i volontari, dormitori per il personale 118 e volontari. La sede è in ordine, ristrutturata in parte una quindicina di anni fa, in parte due anni fa, e offre spazi puliti e confortevoli. Il secondo blocco è composto dal salone principale e sala secondaria destinate alla formazione, assemblee, riunioni interne ed esterne che sono annessi ad un vero e proprio ambulatorio medico dotato di sala d’attesa e servizi igienici. Tale blocco è stato oggetto di recente ristrutturazione e ha subìto lavori estremamente invasivi e complessi. Il terzo blocco è quello dell’autoparco che può ospitare fino a 10 ambulanze e cinque autovetture. Questo terzo blocco è penalizzato da due fattori. Il primo è la vetustà della costruzione. Il secondo è, come citato nella domanda, relativo ad un problema di nidificazione di volatili che ha creato alcuni disagi. E’ stato fatto un lavoro di mitigazione del problema dei volatili mediante diversi interventi, dall’installazione di dissuasori fino all’installazione di apposite reti. E’ stata effettuata tre settimane fa circa un’ispezione da parte dell’Asl, congiuntamente al personale dei carabinieri del Nas ed è stato appurato e certificato che, tra tanti altri aspetti verificati, il problema dei volatili è stato risolto. Occorre comunque precisare che le ambulanze vengono riposte in autoparco sempre chiuse, per motivi igienici, regolarmente pulite e sanificate mediante protocolli ufficiali. Tali sanificazioni sono oggetto di certificazione da parte dell’Asl e del nostro direttore sanitario che verificano e monitorano il rispetto dei requisiti di legge. 

E’ in programma anche una ristrutturazione? Proprio l’autoparco, essendo la parte della sede più vetusta, sul quale hanno gravato problemi sopra citati, oltre che infiltrazioni dal tetto, è stato attenzionato dal nuovo direttivo e si è già deciso di programmare in tempi brevi una sua ristrutturazione che coinvolgerà inevitabilmente il tetto e i muri interni, nonché i portoni modulari, al fine di creare un ambiente ancora più ordinato e pulito.

Alcuni anni fa era stato attivato il servizio di Cri in bici con donazione di mezzi da parte di un volontario. Cosa ne è stato del servizio? E’ ancora in funzione? Il servizio “Cri in bici” è un particolare tipo di servizio che vede l’utilizzo di biciclette che, tramite apposite borse, permette all’operatore di prestare primo soccorso in occasione di fiere, manifestazioni, feste, cioè in aree pedonali dove l’ambulanza fatica ad arrivare per l’alta concentrazione di persone, potendosi muovere agilmente. Nelle borse di soccorso troviamo altresì strumenti salvavita come ad esempio il defibrillatore, per il quale tutti i volontari di Croce Rossa sono abilitati all’utilizzo. Effettivamente, ho personalmente notato che negli ultimi anni i volontari in bici non erano presenti nelle manifestazioni. Ritengo valga assolutamente la pena pensare di riproporre questo particolare e utile strumento di assistenza.

Nell’ultimo anno, in un paio di casi, per interventi in città anche vicino alla vostra sede, sono giunti mezzi che venivano da altre località, con conseguente ed inevitabile “spreco” di tempo”, per voi essenziale. Perchè? Come evitare storture di questo genere? L’ente che gestisce il servizio di emergenza extraospedaliera è il 118 che stipula convenzioni con le associazioni al fine di avere a disposizione un certo numero di ambulanze. In caso di necessità, il 118 invia l’ambulanza più idonea per quel tipo di intervento. Noi abbiamo in convenzione l’ambulanza medicalizzata (ovvero ambulanza con a bordo, oltre che personale Cri, un medico e un infermiere del 118) che interviene esclusivamente in situazioni valutate più gravi. Se l’intervento prevede invece un’ambulanza cosiddetta “di base” con a bordo solo soccorritori viene inviata un’ambulanza che però è in convenzione ad altra associazione. Se anche questa seconda vettura è impegnata, allora il 118 invia un’altra ambulanza libera reperibile sul territorio, tra cui le nostre, tutte abilitate al soccorso sanitario. In tali casi, una nostra ambulanza non era disponibile in quanto tutti i mezzi erano già impegnati per servizi di trasporto. Dal punto di vista della gestione delle risorse è un approccio tecnicamente corretto. L’ambulanza medicalizzata non deve essere impegnata per urgenze differibili in quanto ambulanza di rianimazione. Quello che possiamo fare noi come Croce Rossa è implementare il più possibile nel tempo il numero di volontari in modo da poter fornire una risposta ancora più impattante alle esigenze della popolazione, tra cui avere sempre più disponibilità di mezzi di soccorso.

Ci sono dati che dimostrano la perdita di volontari negli ultimi anni. Come combattere questo fenomeno? Purtroppo, l’abbandono da parte di un volontario è un fenomeno sempre più frequente che rappresenta, passatemi il termine, una piaga di questi ultimi anni. Durante il periodo della pandemia, tanti volontari hanno dedicato moltissimo tempo svolgendo attività di soccorso e trasporto. Al finire dell’emergenza, si è assistito nuovamente ad un graduale calo delle ore/lavoro di volontari ma sono convinto si possa e si debba fare di più come associazione per contrastare il fenomeno. Il volontario svolge un’opera umanitaria preziosissima e meritevole. E’ necessario che si senta parte attiva nella costruzione di una società migliore, più inclusiva, con un’attenzione particolare verso le fasce più deboli della popolazione.

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