In pieno ferragosto, quando scarseggiano le notizie, è scoppiata ci pare un poco ad arte, la “bomba” degli algoritmi che avrebbero dovuto governare gli interventi del 118. In poche parole: l’Azienda Zero, cioè l’azienda che dovrebbe avere giurisdizione su tutta la Regione, sulla base anche di quanto è stato già attuato, pare, in altre regioni, ha studiato un progetto che prevede l’intervento sull’ambulanza non più del medico, ma di infermieri laureati e specializzati nel pronto intervento.
Solo in casi estremi interverrà il medico, a bordo dell’auto medicalizzata, che per altro non sono ancora in dotazione per tutti. Scoppia la polemica, i sindaci sono scarsamente informati di questo progetto, il neo assessore alla sanità, il casalese Riboldi, dà prima la colpa al suo predecessore Icardi, per poi ritrattare il giorno seguente dicendo di essere stato male interpretato e pare che la delibera che autorizza la somministrazione di farmaci analgesici agli infermieri sulle ambulanze sia stata sospesa. Nella polemica sono intervenuti anche i vari sindacati degli infermieri, l’ordine dei medici che in una lettera afferma che “l’utilizzo degli algoritmi non garantisce la sicurezza del paziente e degli operatori” e chiede di essere consultato preventivamente prima di rendere effettiva la norma. Anche i sindaci dei principali comuni dell’Alessandrino hanno voluto dire la loro, e tutti, tranne il sindaco tortonese Chiodi, si sono detti contrari a questa scelta. A parte il caos politico, con il neo assessore di FdI che addossa la responsabilità della decisione al suo predecessore della Lega, e 24 ore di tensione a livello regionale per questa uscita, tutto ora è rientrato. La delibera è stata sospesa anche a seguito di un esposto alla procura torinese presentato da un medico, che lavora a Bologna, dirigente del sindaco Snami nel quale si evindiaziano, a suo dire, gravi violazioni di legge. Il problema vero è che mancano i medici, soprattutto quelli specializzati nel pronto intervento, e che già da tempo la cosiddetta “ambulanza medicalizzata” spesso medicalizzata non è. Basta parlare con i volontari di Cri o Misericordia della nostra città.