Attività della Cooperativa Agape

La cooperativa Agape è nata nel 2009 come centro di raccolta indumenti: una realtà voluta per dare un lavoro a chi è in condizioni svantaggiate. Inoltre la cooperativa nasce con l’introduzione di un concetto, di una filosofia di vita: il “non spreco”, l’impostazione di una “economia circolare” del riutilizzo. Nel 2014, alla raccolta – recupero, nella sede in Circonvallazione 75, viene aggiunto il punto vendita di abbigliamento, mobilia e oggettistica di seconda mano e un “mercato del riutilizzo”. Tutti gli indumenti messi in vendita sono prima sanificati e lavati a secco. I prezzi sono decisamente modici e chi entra a curiosare in emporio difficilmente esce a mani vuote. Nel 2023 viene aperta la sartoria. Attraverso gli incassi della raccolta e le vendite l’Agape sostiene le strutture della Caritas diocesana, come il centro di ascolto, la mensa, il poliambulatorio medico e i dormitori.

Fin dall’inizio, la sede della cooperativa ha voluto essere anche un luogo di ritrovo e attività culturale, ed è divenuto un punto di riferimento per il territorio, portando “cultura in periferia” ossia incontri non istituzionali e informali, in una periferia geografica della città. Almeno due volte al mese si tengono incontri di filosofia, teologia, musica classica, lirica, performance teatrali, conferenze dedicate ai dialetti. Questa molteplicità di proposte, al di fuori degli schemi tradizionali del fare cultura a Tortona e l’appartenenza alla diocesi di Tortona, fanno sì che il posto sia frequentato da diversi tipi di persone; vi si ritrovano studiosi, professori, immigrati e altri giunti all’emporio in cerca di prezzi convenienti. Per conoscere meglio questa realtà abbiamo organizzato un incontro con il responsabile del negozio che, però, ha voluto condividere l’intervista con le persone che hanno collaborato dall’inizio alle attività culturali dell’Emporio gestito da Barado Marcelo: Vittorio Marchese, Gianni Castagnello, Daniele Crivelli, Umberto Battegazzore, don Claudio Baldi, il notaio Gianluigi Bailo. Come mai organizzare eventi culturali in un mercato? Barado. C’e una premessa che credo sia necessario spiegare. Il nostro è un modello di azienda che incoraggia i dipendenti ad avere iniziative individuali, questa idea degli incontri nasce dai dipendenti sotto la supervisione del nostro direttore Roberto Garrone ed il CdA. In questo modo il lavoro viene inteso come un modo di crescita personale e questo aiuta tanto. Convincere un musicista, un professore a partecipare a queste iniziative non sarà stato facile, quindi quale è la molla che induce ad essere participi di questa iniziativa? Professore Marchese. Si certo….nel mio caso posso dire che fare musica colta, quella che abitualmente viene definita classica, richiede un approccio non soltanto erudito e tecnicamente performante ma necessita di un ambiente che emotivamente “raccolga” ciò che viene prodotto dagli interpreti. E, posso dirlo, questa magìa si produce nell’emporio. Perché è un posto che accogli in tutti i sensi… Una curiosità, cosa avete suonato nell’ultimo concerto? Marchese. Se non ricordo male, erano opere di Cesar Franck, Camille Saint Saens e John Willians. Complicato… Marchese. Sì…sì… però il pubblico dell’emporio reagisce con calore e con tanto entusiasmo, con sorprendente attenzione, anche se erano pagine complesse e di non facile ascolto. Quindi, da questa esperienza ho imparato, e ne sono convinto, che suonare in un luogo inconsueto, informale, di fronte a persone con varietà di preparazione culturale e aspettative, possa rigenerare ciò che ormai è scontato e spesso “stanco” nelle sale di concerto. Professor Crivelli, ci racconti la sua esperienza. Vorrei aggiungere che l’emporio è anche un ambito che offre, a chi lo voglia, un luogo nel quale ritemprare il proprio spirito e la propria mente al di là dell’impegno e dell’affanno della vita quotidiana. Gli incontri sono occasioni per riflettere e partecipare con libertà a riflessioni su vari temi che, per quanto mi riguarda, concernono soprattutto la filosofia e argomenti teologici. Ne approfitto per segnalare, per l’importanza, che è appena terminato un ciclo in occasione dei sessanta anni dalla fine del Concilio Vaticano II che ha visto impegnati vari relatori, i quali hanno anche tentato una sintesi finale su ciò che quest’importante tappa del cammino ecclesiale ha comportato e sulle speranze che ancora apre verso il futuro. Quali gli argomenti filosofici? Prof. Crivelli. Con riferimento alla filosofia, il tentativo è quello di avvicinarla alle persone. È una disciplina che molti reputano astratta. Essa, invece, è la risposta (o le risposte) che gli uomini nella loro vicenda concreta e intellettuale hanno espresso per comprendere la realtà nella sua interezza e nelle situazioni oggettive della vita. Durante gli incontri appaiono evidenti l’attenzione prestata ai relatori e la voglia di comprendere anche le argomentazioni complesse che la filosofia richiede, perché la realtà è complessa, così com’è per altre esperienze umane e intellettuali. Umberto Battegazzore sei stato il primo protagonista di questi incontri. Nel 2015 abbiamo realizzato una storia della lirica tortonese in 4 sabati di seguito “C’era una volta la lirica” …poi oltre ai saggi dei miei studenti…ricordo gli omaggi ai nostri tenori: incontri dedicati a Alessandro Galluzzi e Litterio Butti. Comunque, le iniziative dell’emporio sono nate nell’ambito della Caritas, per cui c’è sempre l’esigenza di creare una “cultura collaborativa”. Detto ciò, il contributo dell’emporio, almeno per l’attività musicale e culturale di Tortona, è quello di proporsi come un luogo “fuori contesto”. Ecco perché l’Agape rappresenta un “unicum” in Tortona, da segnalare e far conoscere sempre di più come luogo atto a tutto questo. Allora don Claudio, lei è un altro protagonista di questa realtà. Sì. A me sono stati assegnati alcuni interventi di carattere liturgico e sopratutto quest’anno sono stato parte di un interessante dialogo con il prof. Castagnello, il prof. Crivelli, don Gianni e don Gianfranco intorno alle 4 costituzioni fondamentali del Concilio Vaticano II. Io ho curato il tema della Chiesa, presentando la Lumen Gentium. Anche don Gino e don Roberto hanno tenuto interessanti relazioni sulla storia della Chiesa e sulle prime definizioni teologiche contenute nei primi concili ecumenici (penso a Nicea). Anche don Augusto ha portato la sua testimonianza sul servizio che svolge come Cappellano della Polizia di Stato.  Professor Castagnello, a lei la parola. Sono arrivato all’emporio Agape un po’ per caso; Marcelo mi ha conosciuto come insegnate dei liceo tramite i suoi figli. Ci siamo ritrovati nella comune appartenenza al mondo ecclesiale e nell’idea che i cattolici debbano essere attivi nel campo della cultura. Perciò Marcelo mi ha proposto di organizzare qualche iniziativa culturale. Ricordo nell’autunno 2016 uno dei primi incontri con il dottor Ciniglio e don Claudio Baldi sulla Laudato sì da poco uscita. Le proposte dell’Agape sono poi proseguite in varie direzioni, con una certa frequenza e ricchezza di tematiche. Voglio infine ricordare che ha collaborato ad alcune iniziative dell’emporio, con la generosità che gli conoscevamo, anche il prof. Giuseppe Molaro, che purtroppo ci ha lasciato nel dicembre scorso. Una perdita tragica, non solo per le persone che gli vogliono bene e per i suoi studenti, ma anche per la nostra città. Dialetti: notaio Bailo nel posto meno sospettato un mercatino nella periferia di Tortona… Veramente coinvolgente, uno spazio, diciamo così, un po’ in periferia, che può continuare ad essere, un punto di incontro culturale, informale ma denso di contenuti e di attività. Però penso che la cosa più importante consista nell’offrire al pubblico l’occasione di fermarsi un attimo a pensare non più al proprio io personale o lavorativo ma al tema da voi proposto coinvolgendolo in un nuovo ordine di pensieri che sa di città, di valori, di tradizioni, di amore verso il prossimo, oserei dire quasi “di famiglia”. Com’è andato l’incontro sui dialetti? Fantastico. Un pubblico attento, interessato e veramente motivato. La proposta era un dialogo tra cultori del dialetto e la sua valorizzazione. Hanno partecipato Giuseppe Decarlini, Enzo De Cicco, presidente della Società Storica del Novese, Ottavio Sterpi, autore del vocabolario e grammatica del dialetto di Cassano Spinola, Eraldo Canegallo, autore del vocabolario del dialetto di Sant’Agata Fossili e Aldo Leardi. In conclusione un invito ai tortonesi e non solo a visitare l’emporio Agape ed a tener d’occhio il suo programma di incontri culturali.