Sabato 30 novembre a San Sebastiano Curone
E’ un no tassativo. Nella riunione pubblica indetta dal Comitato per il territorio delle quattro province e dalla commissione Tam del Cai che si è tenuta sabato 30 novembre a San Sebastiano Curone in una Stella d’Italia gremita, associazioni del territorio, comuni, Regione ed anche singoli cittadini, hanno ribadito con forza il loro tassativo no alla costruzione dell’impianto eolico denominato “Monte Giarolo” da parte della società 15 Più Energia Srl di Brescia che prevederebbe 20 aerogeneratori (pale eoliche) di 200 metri di altezza sui crinali delle montagne.
Il progetto, che è al vaglio della conferenza di servizi che si è tenuta martedì 3 dicembre, è un vero e proprio scempio naturalistico se si pensa alla grandezza delle pale in questione e non solo per la loro posa sui monti che dividono Piemonte-Lombardia ed Emilia (i comuni interessati sono Albera Ligure, Cabella Ligure e Fabbrica Curone) ma anche per tutta la cantierizzazione dell’area interessata che causerebbe gravi problemi: dovrebbero infatti essere costruiti una strada che andrebbe a deturpare il paesaggio anche in alta quota ed un elettrodotto, tagliati alberi, chiuse strade, la zona subirebbe il passaggio di oltre 3.500 camion solo per il trasporto del cemento indispensabile, come hanno ribadito Lorenzo Sacchi e Giuseppe Raggi, esponenti del comitato, ed addirittura Montacuto avrebbe la viabilità bloccata con conseguenti disagi per tutta la popolazione. Il sindaco di San Sebastiano Curone Vincenzo Caprile ha ribadito il no delle tre Unioni montane Terre Alte, Valli Borbera e Spinti e Valli Curone e Grue ricordando le tutele previste sui terreni destinati ad usi civici, come i pascoli in questione parlando di “morte economica del territorio” nel caso il progetto venisse messo in atto. Gravi e numerose infatti sarebbero le ricadute negative sul turismo, materia su cui negli anni sono stati fatti grandi investimenti pubblici in queste zone per il turismo lento, per gli animali di terra e di cielo, per le specie protette, per i produttori delle eccellenze come salame e formaggi, ricordando inoltre anche la presenza di zone archeologiche soggette a vincoli e i rischi di frane dovute al passaggio dei camion da cantiere e della costruzione di una base in cemento come sostegno delle pale pari alla grandezza di un campo da calcio.
Ma non solo, è stato ricordato anche che la società richiedente, con solo 10 mila euro di capitale sociale, si dovrebbe accollare un esborso di circa 180 milioni di euro per l’operazione e si verrebbero quindi a verificare subappalti che renderebbero poi difficile risalire alle responsabilità nel malaugurato caso di danni o manutenzioni future. Sono poi intervenuti l’assessore regionale agli enti locali Enrico Bussalino che ha ribadito con fermezza il no all’opera: “A San Sebastiano Curone, insieme a due assessori regionali e consiglieri, ho partecipato per portare con decisione la voce della Regione Piemonte e ribadire con fermezza il nostro NO al progetto del nuovo parco eolico ‘Monte Giarolo’, che interesserebbe le valli Borbera, Curone e Staffora, nel cuore dell’Alessandrino. Con il disegno di legge sulle aree idonee, abbiamo proposto che l’intero territorio piemontese venga dichiarato inidoneo a ospitare grandi impianti eolici, con l’obiettivo di preservare i nostri straordinari paesaggi. Se da una parte riconosco l’importanza della transizione energetica e delle fonti rinnovabili, dall’altra è essenziale valutare con estrema attenzione dove e come realizzare questi progetti.
Il caso specifico del parco eolico ‘Monte Giarolo’ pone diverse criticità: oltre a un impatto ambientale e paesaggistico rilevante, l’area di cantiere sarebbe estremamente invasiva, in una zona già fragile dal punto di vista idrogeologico. Un intervento di questo tipo rischia di compromettere il turismo, l’agricoltura locale e la qualità della vita delle comunità che abitano queste valli”. Così l’assessore alla sanità regionale Riboldi: “Il progetto corre e non è di buon senso. In nome di un ambientalismo di facciata viene permesso tutto attraverso deroghe e facilitazioni, senza benefici ambientali e deturpando il territorio. Ci vorranno garanzie importanti per evitare di avere fra 20/30 anni un territorio pieno di campi fotovoltaici o pale eoliche in disuso che verranno abbandonati per speculazione. Dobbiamo tutelarci anche sul loro smaltimento. Ci vuole buon senso, giochiamo in un campo difficile con le normative europee e sono convinto che potremo trovare una soluzione, ma questa deve essere rapida, immediata e definitiva, c’è poco tempo”. Infine l’assessore all’ambiente Marnati, prendendo spunto dalla legge regionale che dovrà indicare le aree idonee e non idonee agli impianti fotovoltaici ed eolici, ha affermato: “la nostra proposta è di vietare l’eolico di grandi dimensioni in tutto il Piemonte”.
Davide Maruffo