Troppo silenzio intorno al progetto del parco eolico

Terminerà il 15 gennaio la consultazione pubblica sulle modifiche del progetto di impianto eolico “Monte Giarolo”. Entro quella data le amministrazioni coinvolte possono inviare ancora al ministero i loro pareri e i cittadini possono presentare altre osservazioni. Abbiamo letto i “nuovi” documenti: nessuno tra i nodi cruciali è stato sciolto. Qualche esempio: il comune di Fabbrica ha contestato la scelta di collocare le pale degli aerogeneratori entro la zona di vincolo di 50 metri per lato dalla linea di crinale, e la 15 Più se la cava rispondendo: “un ulteriore allontanamento dal crinale comprometterebbe completamente la produzione dell’impianto” e “la distanza va valutata dalla torre non anche dalle pale, come chiesto in una riunione presso la Regione Piemonte” (ma non indica quando e in che forma la Regione si sia espressa).

Per tutelare l’avifauna, otto delle venti macchine dovrebbero essere escluse dal progetto, così stabilisce il parere vincolante dell’ente regionale che gestisce il sito Natura 2000 tra Ebro e Chiappo, ma la 15 Più non accetta neppure questa prescrizione – che a nostro avviso non sarebbe comunque sufficiente a rendere accettabile un impianto che in nessuna forma e dimensione potrebbe inserirsi nel contesto ambientale e paesaggistico dei nostri crinali appenninici – proponendo invece “l’installazione su tutti gli aerogeneratori di sistemi automatici di rilevamento, allerta e blocco che possono garantire il fermo pale solo per periodi strettamente necessari”, benché secondo l’Unione Europea la reale efficacia di simili misure, che “non sono ancora accettate come metodi normali o di buona pratica” sia dubbia.  La 15 Più annuncia che in comune di Momperone sarà cancellato il deposito di 17 ettari di terre da scavo in esubero, perché nel “nuovo” progetto è prevista una riduzione da 650.000 a 310.000 metri cubi del loro volume, ottenuta modificando la larghezza media dello stradone di 23 km sui monti, che scenderebbe “a 4 metri invece che i 7 metri precedentemente previsti”. La danese Vestas, che costruisce gli aerogeneratori scelti da 15 Più, prescrive però che “la larghezza utile per assicurare un trasporto sicuro deve essere di 5 metri su tratti rettilinei e di grande raggio nei tratti di svolta”. Quindi il trasporto degli aerogeneratori non avverrebbe in sicurezza? In 30 pagine di elaborato si illustra la “proposta di risoluzione delle interferenze di cantiere” a San Sebastiano e nei dintorni. Il comune, nettamente contrario al progetto, ha reso consultabile quel testo sul suo sito mettendosi a disposizione dei cittadini per replicare. Le soluzioni immaginate dai progettisti sono del tutto improbabili, e la durata dei lavori passerebbe da 3 a 4 anni, un periodo durante il quale la viabilità dell’intera val Curone sarebbe sconvolta, compromettendo non solo l’economia ma anche e soprattutto il regolare funzionamento di servizi essenziali quali sanità, trasporti, istruzione. I ricoverati nella Rsa resterebbero isolati e disturbati dal cantiere, la guardia medica diventerebbe difficilmente accessibile così come la farmacia che rischierebbe di non avere regolare fornitura di farmaci. Le ambulanze e l’elisoccorso avrebbero per anni serie difficoltà ad assicurare un pronto intervento. I lavori sulle strade della valle creerebbero enormi difficoltà per il funzionamento delle scuole del comprensorio e per gli studenti delle superiori che devono raggiungere Tortona e Voghera. La società proponente non desiste, sembra decisa ad andare avanti. Possibile che pensi di avere la meglio contro una intera comunità che si è ritrovata unita intorno alla tutela delle proprie montagne e del proprio territorio e che, in modo consapevole e informato, si è detta contraria al loro stravolgimento? Purtroppo sì, è possibile, i giochi sono ancora tutti aperti, non bastano le generiche dichiarazioni degli amministratori regionali. La giunta regionale non ha ancora fatto conoscere proposte concrete e specifiche sulla nuova legge che dovrà definire le aree non idonee all’installazione di impianti di energia rinnovabile né è dato sapere se questa volta esprimerà un deciso parere negativo al progetto. Molti degli attori in gioco tacciono, e c’è da sperare che si tratti di un “silenzio operoso” e non invece, a seconda dei casi, di un atteggiamento attendista, illuso o rassegnato. Per parte nostra, produrremo osservazioni rigorose e puntuali, perché far sentire la propria voce è essenziale, e può fare la differenza.

Comitato per il territorio delle Quattro Province