27 gennaio Giornata della Memoria: famiglie ebree a Tortona

Anche Tortona, nel suo piccolo, ha qualcosa da raccontare in merito alla Giornata della Memoria, nel ricordo del 27 gennaio 1945 quando le truppe sovietiche arrivate presso la città polacca di Auschwitz scoprirono l’esistenza di questo campo di sterminio nazista che neppure la più fervida immaginazione demoniaca avrebbe potuto inventare. Vorrei solo, attraverso i pochi documenti rimasti, narrare le vicende degli ebrei presenti in città, una presenza del tutto insignificante dal punto di vista numerico: solo due nuclei famigliari.  Emilio Jesi, capofamiglia, figlio di Ernesto e di Pia Volterra era nato a Napoli il 23 dicembre 1902, importatore di caffè, sposato a Firenze l’11 settembre 1926 con Maria Arrighi di Lucca. Due i domestici: Carletta De Paoli e Giulia Casini. Emilio Jesi nel 1935 aveva acquistato un vasto terreno in regione Calabrina dove l’arch. Guido Frette progettò e realizzò una grande villa (Villa Jesi appunto); faceva parte del cosiddetto «Movimento razionalista» e progetterà anche la Casa Littoria demolita negli anni Cinquanta dopo essere stata bombardata durante il conflitto.  L’arch. Guido Frette ebbe ad affermare che considerava Villa Jesi una delle sue opere migliori. I coniugi Jesi risiedevano abitualmente a Milano in via Victor Hugo. Emilio Jesi risultava iscritto al P.N.F. (Partito Nazionale Fascista) dal 29 ottobre 1932 (numero tessera 1415757) e nella colonna Benemerenze attesta quanto segue: «Ho dato attività continua e appassionata al mio fascio durante la Guerra d’Africa e dopo.

Villa Jesi negli anni ‘70

Ho tenuto conferenze a Tortona su “L’Italia e il suo destino imperiale” e su “L’uscita dell’Italia dalla Lega delle Nazioni per incarico dell’Istituto di Cultura fascista. Per incarico del medesimo ho svolto la campagna autarchica in vari comuni della Provincia di Alessandria. Ho ricoperto cariche gratuite ed ho partecipato attivamente come Presidente alla vita del Sindacato provinciale importatori droghe e coloniali di Genova e della Compagnia Nazionale e importatori caffè e della Federazione nazionale droghe e coloniali presso la Confederazione Commercianti». Informazioni reperibili presso P.F.N. Fascio Tortona, Unione Commercianti Genova-Milano. Federazione Nazionale Fascista commercianti droghe e coloniali.  Insomma, uno dei tanti fascisti ebrei le cui benemerenze lo a-vrebbero protetto dalla legge sulla razza proclamata da Mussolini a Trieste il 18 settembre 1938. L’altro nucleo famigliare ebreo tortonese era quello del dott. Nicola Lukacs, dottore dentista, nato il 14 settembre 1908 a Budapest e coniugato a Tortona il 9 agosto 1937 con Maria Clotilde Coda di famiglia «agiata». Residente in Tortona dal 31 dicembre 1936 proveniente da Genova.  A Tortona, risultava poi saltuariamente presente per motivi di lavoro un rappresentante di origine ebraica e, in quanto tale, non era stato indagato dall’occhiuta polizia locale e nazionale. Se delle vicende della famiglia Jesi non abbiamo notizie – probabilmente riuscirono a mettersi in salvo – quando la situazione divenne insostenibile per gli ebrei anche se fascisti, qualche cosa in più sappiamo sulle vicende del dott. Lukacs. 

Foto d’epoca balcone con insegna dello studio Lukacs

Al precipitare degli eventi dopo l’8 settembre Miklos [Nicola] comprese che doveva darsi alla macchia. Narra don Angelo Bassi: [Lukacs] memore di un suo cliente, allora seminarista, ma ora parroco in val Borbera si indirizzò alla sua canonica. Don Giovanni Gatti (arciprete di Roccaforte Ligure) per maggior precauzione gli suggerì un nido ancora più sicuro nella frazione San Martino, raccomandandolo al collega parroco don Ivo Montani. Lo sfollato trovò sistemazione vicino alla chiesa, fraternizzando con la comunità locale e partecipando pure ai vari pericoli ed alle ansiose fughe durante i rastrellamenti. Lukacs avrà contatti anche con don Angelo Gugliada, parroco di Pagliaro. Riuscì a salvare la pelle e a guerra finita ritornò a Tortona ripristinando il suo studio dentistico. E qui possiamo chiudere questa breve storia anche se sarebbe interessante ricostruire le vicende della presenza ebraica in Tortona che nel IV secolo pare fosse rilevante. 

Giuseppe Decarlini

Fonti: Archivio Storico del Comune di Tortona, 

A. Bassi, Parroci, partigiani ed Ebrei

Un ringraziamento speciale all’arch. Roberto Cartasegna per i suggerimenti e le preziosissime notizie sull’arch. Frette.