Intervista alla sansebastianese Sara Volpe
Sara Volpe, 38 anni sansebastianese, lo scorso dicembre ha subìto il trapianto del cuore all’ospedale Niguarda di Milano. Abbiamo voluto lasciare passare alcuni mesi prima di avvicinarla e sentire dalla sua viva voce, subito dopo una visita di controllo che ha garantito il proseguire della convalescenza, perché e come ha affrontato questa non facile esperienza, durata quasi 18 anni.

La scoperta della malattia. All’età di 20 anni (oggi ne ho 38) ho scoperto di essere affetta da cardiopatia dilatativa. Da allora sono stata seguita prima dai medici dell’ospedale civile di Alessandria e poi dal Niguarda di Milano. A gennaio 2023 sono stata inserita in lista per il trapianto cardiaco, effettuavo controlli semestrali e fortunatamente sono sempre stata bene. A novembre 2024 durante un controllo è emerso che il mio cuore stava peggiorando e richiedeva cure più particolari che mi costringevano a rimanere ospedalizzata presso il reparto di cardiologia del Niguarda con un medicinale infuso.
In attesa del trapianto. Non nego che, nonostante mi reputi solare e sempre ottimista, siano stati giorni impegnativi e complessi poichè vissuti nell’incertezza; all’inizio avevo il timore che la terapia prima o poi avrebbe smesso di funzionare adeguatamente, inoltre non c’era modo di avere tempistiche certe e quindi avevo paura che il giorno del trapianto non sarebbe mai arrivato. Allo stesso tempo era come se dovessi augurare a qualcuno di stare male per poter permettere a me di vivere e mi sentivo terribilmente in colpa. Per fortuna in questo percorso non sono mai mancati i supporti sia da parte di professionisti (psicologi) che da parte della famiglia, dei parenti e degli amici. Poi quando non me l’aspettavo proprio, come un meraviglioso dono di Natale, mi si comunica che c’è un cuore compatibile con me e che se avessi superato i test avrei potuto fare l’intervento la notte stessa; ho provato subito una grande emozione e subito dopo adrenalina, ero molto contenta e per niente spaventata perchè mi sentivo in ottime mani e sapevo che l’alternativa sarebbe stata quella di continuare il ricovero ad oltranza.
Sotto operazione. Così ho avvisato il mio compagno, la mia famiglia e tutti gli amici e alle 4 di un bel giorno festivo ho iniziato il trapianto: ho attraversato il corridoio in barella da sola e vedevo che fuori era buio pesto, io però mi sentivo sollevata e sostenuta dall’enorme ondata di affetto che nel frattempo mi era arrivata tramite messaggi e chiamate; entrando in sala operatoria ho proprio avuto la sensazione che tutti i miei affetti mi stessero tenendo la mano. Ringrazio per tutto il sostegno e l’amore ricevuto il mio compagno, la mia famiglia, i parenti e tutti gli amici che con un pensiero, un messaggio o una chiamata mi sono stati accanto e mi hanno sempre dato la carica per non mollare, sono stati tutti preziosi e fantastici nel non farmi mai sentire sola. L’intervento è terminato alle 13 e dopo 4 giorni mi sono svegliata e ho iniziato il decorso post operatorio in terapia intensiva, dopo 15 giorni sono stata trasferita nel reparto di Cardiologia e ho concluso la riabilitazione presso il Don Gnocchi di Milano dal quale sono stata dimessa a fine febbraio.
Una nuova vita. Attualmente sono a casa , mi sento bene, sto effettuando i controlli mensili che finora hanno sempre avuto esito positivo e anche la terapia impostata risulta efficace. Volevo ringraziare infinitamente i medici, gli infermieri e tutti gli operatori con i quali sono venuta a contatto, sia presso il Niguarda che presso il Centro di riabilitazione Don Gnocchi che sono stati efficienti, disponibili, empatici, sensibili e professionali.
Medici e infermieri impeccabili. Ho conosciuto infermieri appena laureati che sono stati impeccabili nello svolgere il loro lavoro, sacrificando anche la loro vita personale per coprire doppi turni poichè il reparto era carente di personale, così come medici (specializzandi e non) che mi visitavano alle 8 del mattino e mi venivano a salutare alle 20 di sera; ad oggi penso che il servizio sanitario nazionale si regga proprio su queste persone di cuore che con grande senso di responsabilità e amore per il proprio lavoro si prodigano per far funzionare tutto e dare ai pazienti la giusta assistenza.
Dobbiamo sempre sottolineare l’importanza del nostro SSN e proteggerlo ad ogni costo, perche’ abbiamo delle figure professionali e delle strutture di vera eccellenza che dobbiamo salvaguardare e valorizzare adeguatamente.
L’importanza della donazione degli organi. Volevo inoltre rivolgere un pensiero di ringraziamento e enorme gratitudine alla mia donatrice e alla sua famiglia (della quale per legge non conosco l’identità) per l’immenso gesto di altruismo e generosità senza il quale neè io nè altre persone avremmo potuto avere questa seconda chance, volevo ringraziare chi ogni giorno presta il proprio consenso alla donazione degli organi e invitare chi ancora non l’ha fatto ad informarsi e a riflettere sulla possibilità di donare una speranza a chi purtroppo si trova ad affrontare una malattia che senza trapianto non gli consentirebbe di sopravvivere.
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