Ancora a rischio il nostro pronto soccorso?

Ancora al centro dell’attenzione il nostro ospedale, anzi il pronto soccorso tortonese dopo gli esiti dello studio che la Regione Piemonte ha commissionato all’Università Bocconi per ottimizzare il sistema sanitario piemontese. Un dossier di 115 pagine reso noto in questi giorni ha suscitato una ridda di polemiche e soprattutto di timori. Lo studio infatti ridurrebbe i pronto soccorso Dea di primo livello in pronto soccorso base o addirittura alcuni in Dea di secondo livello, senza possibilità di ricovero. E i pronto soccorso che non si salverebbero dal declassamento sono Tortona, Ovada e Acqui.

Questo perchè, nonostante l’aumento negli ingressi, non si sono superati i 15 mila accessi. Tortona ne ha contato 14 mila, Acqui 13 e Ovada 7.500. Dei cinque presenti in provincia di Alessandria resterebbero due Dea, a Novi Ligure e a Casale Monferrato. A lanciare l’allarme Domenico Ravetti del Pd che ha ventilato la chiusura e la possibile trasformazione dei pronto soccorso in punti di primo intervento. Inoltre, aggiungiamo noi, se a tavolino è facile fare tagli occorre poi tenere conto delle caratteristiche di un territorio come quello di Tortona, Acqui e Ovada, città difficili da raggiungere che coprono un’utenza diluita in una miriade di piccoli centri con una popolazione per la maggior parte anziana. Immediate le reazioni in Regione. L’assessore Riboldi ha ridimensionato l’allarme affermando che l’ente non ha intenzione di chiudere né Dea né ospedali e che anzi stanzierà fondi per ristrutturare il pronto soccorso di Ovada. E ha aggiunto che alle Asr sono stati assegnati 102 milioni di euro ed entro il 2027 ne saranno assegnati altri 110 sempre per potenziare la sanità pubblica. Insomma ancora fibrillazione per il già depauperato ospedale tortonese.  

Le rassicurazioni di Chiodi

Lo studio della Bocconi non è una normativa regionale e non ha nessun valore legale. Il contratto in essere per la gestione del pronto soccorso di Tortona ha una durata di altri sette anni, per cui non c’è nessun rischio di chiusura o di trasformazione in un punto di prima assistenza in questo lasso di tempo. Inoltre ho avuto chiare rassicurazioni da parte della direzione generale dell’Asl sul fatto che non ci sia nessun intento al loro livello, o a livello regionale, di chiudere pronto soccorsi in provincia di Alessandria e in particolare quello di Tortona. Ogni eventuale razionalizzazione non declasserà la struttura ne avrà un impatto negativo sulla qualità del servizio e sugli utenti del nostro territorio. La giunta Cirio fra il 2019 e il 2024 ha invertito una tendenza riguardante il nostro ospedale, aprendo nuovi reparti e investendo ingenti risorse nella gestione e nella riqualificazione della struttura. Non credo che abbia ora intenzione di vanificare quegli sforzi e le insinuazioni in questo senso mi paiono del tutto fuori luogo.