E’ urgente per l’amministrazione comunale riuscire a trovare in tempi brevi una soluzione alla circolazione in vista della chiusura della rotonda Liebig per sistemare il tratto di viadotto (in foto) che porta in statale per Genova dopo la notizia, da noi data in anteprima sul numero scorso, che i ponti sull’Ossona di via Trento e viale Kennedy non reggono il traffico pesante e la preoccupazione serpeggia tra gli autotrasportatori che si vedono precluse le principali vie di transito. La soluzione ipotizzata dall’amministrazione prevedeva il transito nel quartiere San Bernardino ma ora è tutto da ripensare. Si stanno vagliando le proposte e le ipotesi migliori per sfruttare i due ponti magari rinforzandoli con strutture in metallo, realizzazioni che però richiederanno tempi più lunghi e costi maggiori. L’amministrazione, ricordiamo, ha ottenuto un finanziamento di 825 mila euro dalla Regione per sistemare 47 metri di viadotto con interventi su fondazione, pali e manto stradale ed il progetto sarebbe da concludere possibilmente entro sei mesi.

Nel più breve tempo s’intende per limitare i disagi di un traffico caotico ai tortonesi. Tanto più che in viale Kennedy è quasi ultimata la nuova scuola antisismica che con ogni probabilità potrà essere inaugurata già a inizio del prossimo anno scolastico ma con la prospettiva di trovarsi in mezzo al passaggio dei tir. Quindi sindaco e giunta nei prossimi giorni sono chiamati a decidere. E il dilemma da sciogliere non è semplice: da una parte c’è la città e ci sono i tortonesi che sarebbero penalizzati negli spostamenti per un periodo abbastanza lungo (il traffico minore sarà deviato in varie direzioni) mentre dall’altra gli autotrasportatori che si vedrebbero dirottati sull’autostrada a Serravalle con ritardi di ore sulle tabelle di marcia e con aumenti notevoli dei costi. Fino ad ora i pareri si sprecano. La prima voce è stata quella del Pd che sostiene l’ipotesi del passaggio dei tir sulle autostrade; da via Zenone ritengono che l’unica soluzione accettabile sia che i mezzi pesanti utilizzino la rete autostradale. I mezzi che devono raggiungere la Zona Artigianale in via Postumia o i capannoni lungo la statale possono percorrere l’autostrada fino a Serravalle Scrivia e, una volta usciti dal casello, possono tornare indietro, allungando la tratta di pochi chilometri.

I camion che, invece, sono diretti all’interporto di Rivalta Scrivia o verso Genova, sicuramente in numero maggiore, già normalmente dovrebbero utilizzare l’autostrada anche per non sovraffollare le strade provinciali e statali. In conclusione il comune di Tortona non dovrebbe a nostro avviso farsi carico di un temporaneo disagio di pochi magari a discapito dei propri cittadini e anteporre l’interesse di pochi alla salute di tanti. A parte i pareri le decisioni devono essere meditate ma una riflessione è d’obbligo. In questi ultimi 30 anni Tortona ha sviluppato la logistica in modo sproporzionato rispetto alla rete stradale esistente che non è stata adeguata a dovere nel corso degli anni tranne la costruzione di alcune rotonde. Ci ritroviamo un ponte sullo Scrivia che è obsoleto, stretto e da rifare, una tangenziale che è stato tentativo maldestro e mal riuscito di migliorare la circolazione con una strozzatura all’uscita in prossimità del casello autostradale che non consente il transito, proprio ai mezzi pesanti. Siamo senza una circonvallazione nuova e più esterna che in questo frangente avrebbe sopperito al problema mentre tutto il traffico è smaltito ancora tutto sul vecchio rondò. Ai nostri amministratori la responsabilità di trovare la soluzione migliore nel cercare di accontentare tutti.
La posizione della Fai Federazione Autotrasportatori Italiani
In relazione all’articolo apparso su Sette Giorni la scorsa settimana crediamo sia opportuno fare alcune precisazioni. Come federazione Autotrasportatori siamo stati resi edotti dell’imminente chiusura della rotonda Liebig alla fine del mese di gennaio scorso e nel corso degli incontri avuti successivamente abbiamo avanzato proposte che riteniamo utili per salvaguardare nei limiti del possibile sia le giuste esigenze dei residenti nelle vie interessate dall’eventuale dirottamento del traffico sia quelle delle aziende di autotrasporto aventi sede nella zona sud di Tortona che – lo ricordiamo – percorrono le strade non per diletto ma per garantire ogni tipo di servizi ai cittadini essendo pertanto – fino a prova contraria – loro stessi cittadini tortonesi. Innanzitutto ci lascia molto perplessi sentire che i ponti di viale Kennedy e via Trento non possono reggere i mezzi pesanti quando sappiamo con certezza, in quanto ci è stato riferito dallo stesso ingegnere che ha effettuato i controlli, che le prove statiche sono state effettuate utilizzando veicoli leggeri. Affrontare la questione con qualche mese di anticipo, visto che il progetto e l’intervento immaginiamo siano stati approvati da parecchio tempo, avrebbe inoltre consentito a tutte le parti di ragionare con maggior serenità e di prendere le opportune contromisure ma questa è una semplice constatazione e non una polemica che peraltro non vogliamo fare e soprattutto vorremmo evitare. Le opzioni per risolvere il problema volendo ci sono, una peraltro è stata indicata intelligentemente anche su queste pagine. La soluzione non può essere certamente quella superficiale ed irrispettosa verso gli autotrasportatori avanzata da una parte politica tortonese. Attendiamo quindi di essere riconvocati a breve, così come concordato al termine dell’ultimo incontro con il sindaco Chiodi, per conoscere le decisioni che il comune intenderà adottare.