Intervista a Matteo Procopio
Torinese classe ’96, arrivato alla 4ª stagione consecutiva al Derthona con oltre 120 presenze e 3 reti, capitano e colonna, emblema di professionalità e attaccamento alla maglia, inattaccabile dalle contestazioni e sempre pronto a sacrificarsi per i compagni. E’ l’identikit di Matteo Procopio, esterno di difesa ma all’occorrenza anche centrale, che è stata una delle carte vincenti del Derthona nelle ultime stagioni in cui il rendimento dell’ex Lecco e Cremonese (oltre 40 presenze fra i professionisti prima di approdare con enorme umiltà all’Hsl appena tornato in D) non è mai stato criticabile nonostante alcuni infortuni che ne hanno limitato le prestazioni. Il calciatore che ogni squadra vorrebbe in rosa e che i tifosi del Derthona sperano di rivedere in gruppo la prossima stagione.

Ciao Matteo, è stata una stagione difficile ma meno sofferta delle due precedenti, un tuo bilancio? “Ciao a tutti. Per me questa è stata una stagione positiva, dopo due anni di playout e di sofferenza abbiamo raggiunto la salvezza con un mese di anticipo e sono contento. Abbiamo vissuto momenti difficili ma il gruppo, nonostante la giovane età, è stato bravo a non mollare e rimanere sul pezzo e merito è anche tanto del mister. Penso che sia un mattoncino da mettere per ripartire bene nella prossima stagione, chiunque ci sarà”. Il gruppo con cui sei stato meglio? Il più affiatato? “A loro modo sono stati tutti gruppi importanti e belli da vivere, poi i risultati sul campo influisono anche sull’umore, è inevitabile. Nelle due stagioni centrali i risultati lo hanno fatto, hanno inciso su certe dinamiche ma io ho preso spunto da ogni stagione. Ho conosciuto belle persone e giovani calciatori interessanti. Quest’anno è stato particolare e per la giovinezza del gruppo sono contento sia andata così”. Hai chiuso il 4º anno qui a Tortona, una seconda casa ormai per te? “A Tortona sono stato benissimo, sono felice e fiero di aver fatto parte di questa società e della sua storia, ringrazio Tortona di tutto quello che mi ha dato, ho cercato di dare tutto me stesso per la squadra. Spero che altri possano rimanere lì tanto tempo”. La stagione che ti ha soddisfatto di più? “La prima stagione in cui siamo quasi arrivati ai playoff è stata importante ma per me quella appena conclusa ha un valore particolare, è stata molto positiva. Ho avuto un ruolo nuovo e per come sono fatto io, sono introverso, parlo poco, mi sono dovuto mettere in gioco e alla prova”. Parli della fascia da capitano? “Sì, essendo uno che parla poco ed abituato a trascinare più con le azioni che con la voce, mi sono dovuto mettere in gioco e in questo sono stato tanto aiutato dai miei compagni, dallo staff e dal mister, è stata una nuova esperienza”. Un’occasione di crescita professionale e umana quindi? “Assolutamente sì, oltre il calcio c’è la vita fuori dal campo e questo mi ha aiutato, è stato impegnativo ma bello”. L’allenatore con cui ti sei trovato meglio? “Eh ne abbiamo visti tanti…(ride). Ho imparato da tutti, cercando di trarne tutte le cose positive ma con mister Turi è stata una cosa diversa. E’ una persona che ci ha dato tantissimo a livello umano, credo che possa fare benissimo nel calcio, è stato bravissimo a gestire un gruppo tanto giovane che nelle difficoltà poteva inciampare molto più rovinosamente, con lui sono stato benissimo”. I giocatori con cui hai legato di più in questi anni? “Io conoscevo già Fissore con cui avevo giocato nella primavera del Toro, Cizza ed anche altri. Nel calcio i compagni vanno e vengono, tanti erano giovani, sono contento di aver conosciuto tanti bravi ragazzi”. Purtroppo sei stato frenato da alcuni infortuni, ora come stai? “Mi piacerebbe dire che sto alla grande e potrei giocare altre 100 partite ma non è così. Qualche problemino c’è ma con la maturità ho imparato a gestirmi meglio. Qui ho fatto una media di 30 gare l’anno cercando di dare l’anima ogni domenica, purtroppo il mio fisico non mi ha sempre seguito ma ho cercato di compensare con tanta voglia”. Hai già pensato al futuro? Credi di continuare o questa è stata la tua ultima stagione? “Per il momento mi riposo, prendo un po’ di tempo per valutare alcune situazioni extra calcio, fuori dal campo verde c’è una vita e devo fare alcune scelte”. Smettere fa paura… “Dipende da tanti fattori. Smettere è una parola che fa paura sì, il calcio per me è vita e passione ma devo valutare tante cose e lo farò con calma”. A Tortona torneresti volentieri? “Per me è solo un onore aver fatto parte di questa società, devo valutare tante cose tra cui il mio fisico”.Dopo il campo vuoi rimanere nel mondo del calcio con altre mansioni? “Una volta che sei nel calcio è difficile uscirne, è come una droga, ma penso che potrebbe essere una bella esperienza. Non ci ho ancora pensato, sono sincerò, però credo che mi piacerebbe rimanerci”. Vuoi lasciare un messaggio ai tifosi del Leone? “Solo un enorme grazie per quello che mi hanno dato in questi splendidi 4 anni a Tortona. Non so se ci rivedremo l’anno prossimo, se fosse ne sarei felicissimo”.
Davide Maruffo
© riproduzione riservata