Intervista doppia a Nicholas Errica e Lamine Tandia

“Inizio a pensare al basket come ad un lavoro. Voglio inserirmi sempre di più nel mondo senior”

A 16 anni ha già avuto la possibilità di esordire in Serie A (3 gare con Milano, Brescia e Sassari con la canotta della Vanoli), un sogno che pochi si possono permettere. Nicholas Errica, play guardia di 185 cm, oggi 18enne ha già avuto esperienze importanti in una mezza dozzina di società e dopo la passata stagione ricca di soddisfazioni con la maglia del Derthona (miglior realizzatore dei playoff di C con 17,7 a gara), da pochi giorni è rientrato in città dopo aver partecipato a due raduni della nazionale Under 18 a Potenza e Roseto e non smette di allenarsi in vista della sua prima stagione fra i grandi. Ciao Nicholas per prima cosa parliamo della tua carriera fino ad ora. Quando e dove hai iniziato a giocare e come stai Tortona? “Ho iniziato piccolissimo a 4/5 anni, poi a Roma dove mi ero trasferito con la famiglia, ho giocato in alcune società e a 14 anni sono andato alla Vanoli. Un’ottima scelta perchè a Cremona sono cresciuto molto e ho imparato tanto da coach Mangone. Sono stato lì nella foresteria per 5 anni e poi sono arrivato al Derthona”. Sei soddisfatto della stagione appena conclusa? A livello tecnico quanto sei migliorato? “Sicuramente, con la C Gold la promozione è stata fantastica e purtroppo con la Next Gen potevamo fare meglio, meritavamo la finale, siamo stati sfortunati. Purtroppo io sono stato male per un mese a causa di un virus e ho perso anche un po’ di chili ma ora sto bene e mi alleno con costanza”. Qual è stata la gara più bella? “Gara1 con Serravalle, vinta allo scadere con una tripla di Baldi”. Su cosa stai lavorando maggiormente per migliorare sempre più il tuo gioco e il tuo fisico? “Faccio pesi, curo il corpo e l’alimentazione e faccio lavoro individuale sia sulla massa muscolare che sul tiro da lontano”. Cosa ti aspetti? E’ una opportunità pazzesca per crescere tanto… Che sensazioni provi? “Mi aspetto di fare un grande lavoro in palestra con coach Ramondino che sicuramente mi farà crescere tanto e poi vorrei integrarmi sempre di più nel mondo senior. Devo iniziare a pensare al basket come ad un lavoro”. Cosa ti ha detto Ramondino? “Non ci siamo ancora parlati ma ci sarà presto l’occasione”. Continui con gli studi o ti focalizzi solo sul basket? “Studio, nel 2024 avrò la maturità”. Musica preferita? “Tutta la musica, dalla classica al rap”. Cibo? “La pizza”. Numero di maglia? “Sono legato al 10, il mio giorno di nascita”. 

“Doppi allenamenti per crescere e migliorare. L’esordio in A la gara più emozionante”

Con i suoi 203 centimetri ed un atletismo impressionante Lamine Tandia, nato a Bamako in Mali nel 2004, è uno dei giovani più promettenti del panorama del basket giovanile nazionale e in settimana il Derthona lo ha aggregato ufficialmente alla prima squadra dove durante la stagione potrà crescere e migliorare a grande velocità. Un ragazzo dalle potenzialità enormi cresciuto con grande disciplina, che dopo una piccola parentesi nel calcio come portiere, una volta raggiunti i 200 cm a 15 anni ha deciso di scegliere il basket anche e soprattutto grazie al consiglio della nonna. Lo abbiamo incontrato per conoscerlo meglio. Ciao Lamine per prima cosa parliamo della tua carriera fino ad ora. Quando e dove hai iniziato a giocare e come stai a Tortona? “Ho iniziato a giocare che avevo 12 anni nel 2016/’17 e poi quando a 15 anni sono diventato 2 metri ho capito che poteva essere il mio sport. Nel 2018 ho partecipato ad un camp organizzato dal mio allenatore che aveva tanti contatti con allenatori europei e mi ha fatto dei video che poi ha spedito in Italia. Il primo a vederli è stato Salvatore Cagnazzo, responsabile del settore giovanile di Jesi, che mi ha portato in Italia. Poi ho fatto l’Eurolega giovanile con Milano e la Next Gen con Pesaro per poi arrivare qui a Tortona”. So che ti allenavi in un modo particolare in Mali. “Sì. A casa mia la mia famiglia è molto religiosa e se non preghi non mangi quindi io mi alzavo tutte le mattine alle 5 per farlo e dopo la preghiera andavo a correre sulle montagne. A 13/14 anni lo facevo tutti i giorni, sarà per quello che salto tanto!”. Sei soddisfatto della stagione appena conclusa? A livello tecnico quanto sei migliorato? “Tantissimo, con la U19 abbiamo raggiunto la semifinale alla Next Gen e con la C Gold siamo riusciti ad ottenere la promozione. Una stagione fantastica in cui sono migliorato sotto tanti aspetti. Faccio pesi, sto attento all’alimentazione ed al sonno e curo molto il mio corpo”. Qual è stata la gara più bella? “Quando ho esordito in Serie A con Brescia. Ramondino mi ha dato spazio all’inizio ed è stato fantastico. Poi allenarsi con la prima squadra mi permette di imparare e migliorare ancora più velocemente”. Su cosa stai lavorando maggiormente per migliorare il tuo gioco? A livello fisico hai già iniziato a prepararti? “Faccio doppi allenamenti. Al mattino in palestra e al pomeriggio con Cagnazzo che mi segue nell’attività individuale”. Cosa ti ha detto Ramondino? “Ho parlato con il coach tante volte durante la stagione e mi piace molto come allena. Dopo gli allenamenti ha sempre consigli, ti parla, spiega e ti fa sentire seguito, sono migliorato tanto con lui”. Continui con gli studi o ti focalizzi solo sul basket? “Devo finire le superiori, farò il quarto anno da settembre. Purtroppo devo recuperare perchè è stato molto difficile con la lingua appena arrivato in Italia e ho perso un anno”. Musica preferita? “Musica francese e americana”. Cibo? “Beh siamo in Italia, la pizza!”. Numero di maglia? “Mi piace vestire il numero 1. Quando da ragazzo giocavo a calcio stavo in porta e avevo la numero 1”.

Davide Maruffo 

© riproduzione riservata