Intervista a Retin Obasohan
Con la sua esperienza internazionale, un atletismo di altissimo livello e punti nelle mani, Retin Obasohan, guardia belga di origini nigeriane, sarà un protagonista indiscusso del Derthona di questa stagione e dovrà portare al gruppo, insieme a Weems e Thomas, quell’esperienza a livello europeo che sarà utile alla squadra per entrare più facilmente nel consesso dei grandi. Sette Giorni lo ha raggiunto per la sua prima intervista da bianconero.
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Ciao Retin per conoscerci meglio ti rivolgo subito un paio di domande personali. Hai un soprannome? Che musica preferisci? Hai Hobbies fuori dal parquet? Cibo preferito? “Il mio nickname è Oba; i miei generi musicali preferiti sono l’afrobeat nigeriano, l’hip hop e l’R&B. I miei hobby viaggiare, stare con la famiglia e gli amici, provare nuove cucine, leggere e fare nuove esperienze. Le mie cucine preferite sono: italiana, fusion asiatica e… quella di mia mamma!”. Come è nata la trattativa con il Derthona e cosa ti ha spinto a venire a Tortona? “Tortona è una realtà ambiziosa, dedita all’eccellenza e con una visione importante per il futuro di Club e squadra. Dal presidente al coach, si capisce che tutta la società vuole continuare a crescere e ad alzare l’asticella per provare a raggiungere obiettivi sempre più importanti. Tutta questa energia per me è fondamentale e mi ci relaziono molto bene. Quello che ha fatto finora la squadra è incredibile e il desiderio di continuare a migliorarsi è davvero quello che mi stimola perché anche la mia carriera si è sviluppata così. Per lo stesso motivo credo occorra continuare a rimanere umili e affamati durante tutto il percorso”. Cosa ricordi del basket italiano e della vita in Italia dalla tua esperienza ad Avellino? “Adoro il campionato italiano, ho dei ricordi bellissimi in Italia anche perché, di fatto, è qui che ho iniziato la mia carriera professionistica e quindi sarà sempre un’esperienza che mi rimarrà nel cuore. E’ stato un anno dove ho imparato molto e fatto anche delle esperienze incredibili. Ho potuto toccare con mano la cultura italiana, le persone, il cibo e la passione degli italiani per la pallacanestro. Non vedo l’ora di vedere come è migliorato ancora il livello e tornare a giocarci!”. Che giocatore sei? Le tue caratteristiche tecniche? “A questa domanda rispondo a tutti: giudicate voi… guardate qualche highlights e soprattutto… venite a vedere gli allenamenti e le partite!”. Hai girato tante leghe diverse. La più competitiva dove sei stato? “Beh, per quanto riguarda il talento, sicuramente l’Eurolega è il “campionato” più duro e competitivo a cui abbia mai partecipato. In Francia mi sono trovato molto bene anche perché parlo il francese e sicuramente questo ha reso le cose più facili. In Italia mi sono divertito tantissimo ed ho viaggiato un sacco. Infine, anche Gerusalemme è davvero un posto speciale dove vivere. Quindi direi che la mia top3 è: Francia, Italia, Israele”. Sei protagonista anche con il Belgio. Com’è indossare la maglia della Nazionale? “Avere l’opportunità di rappresentare il mio Paese al massimo livello e provare a fare la storia è stato ed è un onore immenso e qualcosa di cui sono orgogliosissimo. Tutti sognano di poter vestire la maglia della propria nazionale e per me è davvero un qualcosa a cui do tantissima importanza”. Quanto è difficile la BCL? “Ho giocato la primissima stagione della BCL e so che da allora il livello di questa Coppa è cresciuto in maniera significativa, quindi non vedo l’ora di tornare a giocarci. Sia il livello di competizione che l’atmosfera sono davvero unici. Ammetto di averla sempre seguita nel corso degli anni perché ci sono tantissime ottime squadre e il livello cresce in maniera esponenziale”. Quali sono i posti in Europa dove è più dura giocare? “Giocare una Coppa Europea è difficile di per sè: si giocano più partite e si viaggia molto. Per questi motivi l’attenzione per i dettagli, il recupero fisico e mentale e l’unione della squadra diventano ancora più cruciali. Ciononostante io sono felicissimo di giocare questa competizione! Le piazze più difficili dove ho giocato sono state la Serbia con Partizan e Stella Rossa ed a Tel Aviv con il Maccabi”.
Davide Maruffo
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