Eolico sul Giarolo e monti vicini un profondo sconvolgimento del territorio 

Incredibile quello che dovrebbe avvenire a San Sebastiano Curone

Sull’esistenza di progetti per impianti eolici sul Giarolo abbiamo già scritto più volte. Nella zona del Tortonese è presente, al ministero, un solo progetto, quello denominato “Monte Giarolo” con ben 20 aerogeneratori, di cui pubblichiamo una breve scheda a parte, ma altri due progetti interessano gli Appennini liguri piemontesi: uno sul crinale di Costa Popein ad Isola del Cantone con 4 aerogeneratori e l’altro sul monte Poggio al passo della Bocchetta con 5 aerogeneratori. Dal 13 novembre, sul sito del ministero è possibile esaminare, seppur con molta difficoltà, la documentazione del progetto che più ci riguarda. Un primo dato importante è che “entro 30 giorni dalla data di pubblicazione sul portale del ministero le amministrazioni, e le autorità competenti possono richiedere integrazioni”. Insomma entro il 13 dicembre occorre che le amministrazioni comunali, le Unioni montane, la Provincia e gli altri soggetti e istituzioni legittimati a farlo prendano visione delle carte e si attivino per richiedere integrazioni ai progettisti tramite il ministero. Confessiamo che l’esame di quella documentazione non è affatto semplice, che la società che ha firmato il progetto “15PiùEnergia” di Brescia pare sia solo una società che predispone il progetto, ma che non lo realizza, girandolo poi, se otterrà l’autorizzazione ministeriale, a qualche altra società. Comunque alcuni aspetti del progetto sono abbastanza chiari. Il mozzo di ciascuna pala dovrebbe essere alto 128 metri, con tre pale di circa 80 metri, per un totale di oltre 200 metri. La pala si vede in autostrada per chi passando da Ovada va verso la riviera di ponente misura 150 metri. Il progetto prevede 4 pale tra il Giarolo e passo Brusamonica, 1 a ridosso del Panà, 3 sul crinale che si diparte dal Monte Cosfrone verso la val Borbera e 12 pale sul crinale dal Chiappo al Boglelio. I progettisti affermano che per portare ciascuna pala sul Giarolo occorreranno 11 trasporti eccezionali (dunque in totale sarebbero 220) per cui è prevista la realizzazione di una nuova strada dal cimitero di Costa dei Ferrai, bivio per Gregassi, a Pian della Mora lunga 23 km e larga 6/7 metri. Sinceramente non comprendiamo come sia possibile realizzare una simile strada; il comitato per il territorio delle Quattro Province così la descrive in un suo documento: “segue inizialmente la sterrata per il Giarolo fino al Redentore, poi il crinale fino al passo di Brusamonica, aggirando il Monte Panà fino al Cofrone, e ancora biforcandosi sul lato val Borbera verso il Monte Roncasso e aggirando l’Ebro sul lato della val Curone fino a Bocche di Crenna per poi tagliare il versante del Chiappo e proseguire sul versante Curone / Staffora fino al Pian della Mora”. Infine grosse perplessità suscita la parte del progetto per la realizzazione dell’elettrodotto ad alta tensione tra Vendersi ed il nodo di Vignole Borbera su un tracciato che ha molte criticità dal punto di vista geologico. Un altro aspetto segnalato su cui il comitato si è soffermato è di ordine normativo: la Regione vieta la collocazione di pale eoliche entro 50 metri dalla linea di crinale. Secondo il comitato questo limite viene citato nel progetto solo di sfuggita, senza cartografia, ma “quasi tutte le pale sarebbero collocate a pochissima distanza da questo limite” vanificandolo, quindi, sostanzialmente. Un altro aspetto, probabilmente quello che colpirà la maggioranza, riguarda la rivoluzione della viabilità in val Curone. L’area di stoccaggio per i materiali è prevista a San Giorgio di Brignano Frascata, da qui si salirebbe fino a San Sebastiano ove i mezzi dei trasporti eccezionali non riuscirebbero ad imboccare la provinciale per Montacuto percorrendo il ponte nuovo. La “pensata” è di far percorrere al camion il breve tratto di strada verso la “piazza del mercato”, ove una gru solleverebbe gli elementi di ciascuna pala scaricandoli sul lato opposto del Museglia, di fronte alla casa di riposo, al distretto sanitario e alla società Stella d’Italia (situazione che pare dovrebbe protrarsi per almeno 3 anni). Probabilmente, quindi, privo del carico il camion riuscirebbe a superare il ponte e la stretta curva verso Montacuto. Il tragitto continuerebbe seguendo la destra del Museglia e sulla provinciale per Costa dei Ferrai con diverse varianti per superare tratti difficoltosi a Magroforte Inferiore e Superiore e a Costa dei Ferrai (una circonvallazione?). Insomma un vero e proprio sconvolgimento del territorio, una vera e propria apocalisse. Attendiamo le prese di posizioni degli enti locali.

Parco eolico “Monte Giarolo”

Il pubblico non può ancora consultare i documenti progettuali del parco eolico “monte Giarolo”, del quale, ad oggi, sono note soltanto le caratteristiche generali, ossia potenza e numero degli aerogeneratori e coinvolgimento di due regioni, Piemonte e Lombardia, caratteristiche simili a quelle di analoghi progetti riferiti allo stesso ambito montano proposti negli anni tra il 2010 e il 2011 (nessuno ha superato la fase di valutazione ambientale). Nel 2015 la Regione Lombardia ha approvato il Programma Energetico Ambientale Regionale (“PEAR”), in base al quale le aree dichiarate di notevole interesse pubblico (ex art. 136 del D.Lgs. 42/2004) sono considerate non idonee ad ospitare impianti eolici di grande taglia. E l’intero territorio montano del comune di Santa Margherita di Staffora, unico comune lombardo interessato sia dai precedenti progetti sia dal progetto “monte Giarolo”, fin dal 1968 è sottoposto a vincolo ex art. 136. In Piemonte, nel 2017, le norme tecniche del Piano Paesaggistico Regionale hanno stabilito che, su territori vincolati ex art. 136, possano essere realizzati impianti eolici soltanto collocando gli aerogeneratori oltre i 50 metri per lato dalle vette e dai sistemi di crinali. Una prescrizione molto importante rispetto al progetto “monte Giarolo”: infatti, anche per le alte valli del Curone e del Borbera esiste un vincolo ex. art. 136, apposto nel 1986 ed efficace su gran parte del territorio montano dei tre comuni piemontesi interessati dal progetto: Albera Ligure, Cabella Ligure e Fabbrica Curone. Tra questi ultimi due comuni, inoltre, la “Dorsale Monte Ebro Monte Chiappo” è individuata come ZPS (zona protezione speciale), e dal 2007 una norma statale vieta la realizzazione di nuovi impianti eolici nelle ZPS (fatta eccezione per impianti di autoproduzione di potenza non superiore a 20 kw). Nel 2022 la Regione Piemonte ha approvato la revisione del PEAR e ha voluto dare un “segnale”: pur ammettendo che si tratterebbe di una produzione assolutamente trascurabile a fronte del complessivo “bilancio energetico” piemontese, ha inserito nella programmazione anche la realizzazione di nuovi impianti per l’energia eolica ed ha individuato alcune aree “vocate” a questo scopo. I crinali tra Borbera, Curone e Staffora sono una di esse. L’autore del PEAR, constatato che esistono i vincoli normativi sopra citati, ha auspicato interventi normativi volti a superarli.