Processo cave: pene ridotte in appello

Nuova udienza nell’ambito del processo cave, nato dall’«Operazione Triangolo» del lontano 2015 che portò alla scoperta di un giro di oltre 147 mila tonnellate di rifiuti pericolosi e non pericolosi tra Lombardia, Piemonte e Liguria che venivano illecitamente sotterrati in alcune cave, tra le quali la Viscarda, Castello Armellino e Aliprandina, per un giro di affari calcolato in diverse decine di milioni di euro. In origine il processo vedeva imputate 18 persone, poi in primo grado, nel dicembre 2021, 10 furono assolte mentre 8 furono condannate: la Corte d’Appello ha ora ridotto le pene per i condannati. Nello specifico grazie al concordato proposto dai difensori la pena per Valerio Bonanno, ex titolare dalle Sap di Bosco Marengo, è stata ridotta ad 1 anno e 6 mesi dai 2 anni e 6 mesi del primo grado; Laura Zerbinati, consulente del Gruppo Ruberto, 1 anno e 4 mesi (2 anni); Mansueto Serreli, gestore dell’ex cava Vidori per conto di Ruberto, 1 anno e 4 mesi (2 anni); Sandro Gandini, della Autotrasporti Gandini, 2 anni e 11 mesi (4 anni e 8 mesi); il tortonese Francesco Ruberto, Idrotecnica e Ruberto spa,  2 anni ai domiciliari (4 anni e 6 mesi); il figlio Daniele 1 anno, 8 mesi e 20 giorni sostituita con i lavori socialmente utili (2 anni e 8 mesi); infine, grazie al riconoscimento delle attenuanti generiche, Daniela Busi, della Busi Ugo di Castelceriolo, 2 anni (3) e Loredana Zambelli, responsabile del laboratorio Biogest di Novi Ligure, 1 anno, 9 mesi e 10 giorni (2 anni e 8 mesi).