Protesta degli agricoltori: “Tutte le nostre richieste”

Per tutelare l’ambiente e i consumatori

Lunedì 29 in Alessandria si è svolta la manifestazione di protesta, così come avviene in molte città d’Italia ed anche in Europa, degli agricoltori che si stanno lamentando per i costi troppo elevati delle materie prime e per i ricavi troppo bassi dei loro prodotti, che poi vengono venduti con rincari molto forti al cittadino. Oltre 250 agricoltori, ed un centinaio di trattori, hanno “occupato” una parte della città e poi, a piedi, hanno sfilato verso la prefettura ove sono stati ricevuti dal prefetto Alessandra Vinciguerra e poi dal presidente della Provincia Enrico Bussalino.

E’ stata una manifestazione pacifica, con tanto di cartello che chiedeva scusa per i disagi al traffico, ma sicuramente doveroso per la situazione dell’agricoltura italiana veramente molto difficile. La protesta ha avuto una replica mercoledì con la sfilata di oltre 200 trattori lungo gli spalti del capoluogo provinciale. Il presidio era iniziato sabato con momenti divulgativi per i bambini mostrando loro i prodotti della terra e i mezzi usati per lavorarla. Le richieste degli agricoltori, scesi in piazza senza simboli ma solo con il tricolore, sono abbastanza chiare:

•STABILITA’ DEI PREZZI DI VENDITA E ACQUISTO. No agli abusi di posizione dominante che non garantiscano la tutela di un prezzo dignitoso all’agricoltore, quindi un reddito giusto e paragonabile ad altri settori produttivi. Aiuti fiscali per contrastare l’inflazione e il caro vita;

•REVISIONE DELLA PAC. No alle politiche eccessivamente restrittive (revisione del ‘Green deal’ europeo) a discapito della produzione agricola e della produzione di cibo per i consumatori. Siamo il primo e a volte l’unico baluardo per la salvaguardia dell’ambiente e del territorio;

•TRACCIABILITA’ DELLE PRODUZIONI PER LA SICUREZZA DEI CONSUMATORI. Più controlli sull’importazione di prodotti agricoli da Paesi in cui non sono in vigore gli stessi nostri regolamenti produttivi e sanitari;

•SEMPLIFICAZIONE. Il 40% del lavoro degli agricoltori è volto agli adempimenti burocratici, a scapito della vera produzione per le proprie attività;

•ABOLIZIONE IMMEDIATA DEI VINCOLI E DEGLI INCENTIVI PER NON COLTIVARE. Eliminazione dell’obbligo di non coltivare il 4% dei terreni; revisione dei vincoli di rotazione (più flessibilità e adeguamento alle condizioni climatiche); eliminazione di ogni forma di contributo per disincentivare la coltivazione;

•CONTENIMENTO FAUNA SELVATICA. Lo Stato deve rispondere puntualmente e in tempi rapidi ai danni diretti e indiretti della fauna selvatica. Soprattutto deve evitare catastrofi come la peste suina i cui danni ricadono soprattutto sugli allevatori e sul mondo rurale;

•DISINCENTIVARE IL CONSUMO DI TERRENI per strutture non agricole (fotovoltaico e agrivoltaico) per finire con un “no” deciso al deposito delle scorie nucleari nella nostra provincia.