La pagina delle scuole

Goggi alla finale dei Campionati di italiano

Da sx la professoressa Laura Montagnana, Maria Goggi e la preside Maria Rita Marchesotti

Il 18 aprile si svolgerà la gara finale dei Campionati di italiano a Ercolano. Per il Liceo Peano parteciperà Maria Goggi, alunna della seconda Classico, selezionata dal ministero tra i 40 finalisti, su 2.042 studenti del biennio, che hanno gareggiato nella prova regionale: Maria si è classificata al sedicesimo posto. Maria Goggi rappresenta l’unica scuola del Piemonte presente tra i finalisti della categoria Junior. Tanti tanti complimenti! Brava Maria ed auguri!

Peano: stage linguistico a Tours

A marzo, 28  studenti dalla sezione linguistica ed economico-sociale del liceo G. Peano hanno partecipato ad uno stage linguistico a Tours, per migliorare la lingua francese. Per i ragazzi delle classi quarte, c’è stata anche la possibilità di svolgere attività di Pcto all’estero. Al mattino, le ragazze e i ragazzi del biennio hanno frequentato un corso di lingua di 20 ore con insegnanti madrelingua presso l’Institut de Touraine mentre i più grandi svolgevano il Pcto, nel pomeriggio tutti insieme hanno visitato Il castello di Chenonceau, l’Abbaye Royale de Fontevraud ed il castello di Amboise. La città di Tours è piaciuta molto sia per le testimonianze storiche ed artistiche di cui è ricca, sia per la sua dimensione a misura d’uomo che ha facilitato la possibilità di orientarsi e di muoversi senza stress. Gli studenti hanno soggiornato presso le “familles d’accueil” (famiglie locali), socializzando con ragazzi e ragazze di altre nazionalità.

Diventare uomini: relazioni maschili senza oppressioni – Incontro con il filosofo Lorenzo Gasparrini

Che traguardo importante l’«essere uomini»! Un riconoscimento a cui tutti gli adolescenti di sesso maschile ambiscono e che, se fosse possibile, vorrebbero anticipare rispetto ai tempi biologici, mentre molti, la maggior parte dei quali ben più avanti con gli anni, ancora identificano con la prima rasatura della barba, con una vanteria spudorata, con la maggiore età o, peggio, mostrando i muscoli, alzando la voce, prevaricando… Su cosa significhi essere “Uomini” hanno scritto grandi autori, filosofi, giornalisti e persino i soliti opinionisti dell’ultima ora, ma, al di là della retorica giustificativa o dei buoni propositi, molto resta da fare se questo concetto appare oggi in tutta la sua contraddittoria criticità, nota stonata in un concerto di voci e di cronache di fatti dolorosi. Così, mercoledì 20 marzo, le classi 1AM, 1AR, 2AL, 2AR e 2AC del Marconi hanno partecipato, insieme ad altri studenti del Liceo Peano, ad un incontro con il filosofo femminista Lorenzo Gasparrini, organizzato dall’associazione “Donne insieme”. L’evento si è svolto presso la Sala Convegni della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona. Gasparrini, autore, insieme a Cristina Portolano, di un libro dal titolo significativo, I ragazzi possono essere femministi?, si è reso disponibile alle tante domande poste dai giovani intervenuti, aprendo un dialogo molto intenso su temi come la differenza di genere in campo lavorativo, la sessualità ed il significato di parole che utilizziamo quotidianamente senza considerarne appieno la ricaduta sugli altri. Gasparrini ha portato ad esempio l’uso banalizzato della parola “normale”, che implica l’esistenza di un principio universale da rispettare, mentre la “normalità” è un concetto in molti ambiti assolutamente soggettivo. Alcuni degli argomenti proposti coinvolgono, talvolta con conseguenze drammatiche, la nostra società e la nostra generazione: la violenza di genere, il principio del patriarcato, il concetto di virilità, i ruoli e i pregiudizi sociali. Gasparrini ha affermato che razzismo e sessismo presentano caratteri simili e per risolverli occorre “staccare” le etichette riguardanti il colore della pelle, il luogo di provenienza, l’orientamento sessuale. L’autore ha anche messo in discussione la tradizionale divisione dei giochi in “maschili” e “femminili”: tutti i bambini devono essere liberi di giocare come e con cosa preferiscono, altrimenti si rischia di attribuire a uomini e donne ruoli predefiniti, che scavano solchi profondi nel progresso sociale e che non contribuiscono certo alla crescita dei valori positivi ed alla riuscita personale dell’individuo. A riprova del fatto che “imparare (ed insegnare) ad essere uomini” sia un’esigenza non più prorogabile.

Federico Serafino

2AR Amministrazione, Finanza e Marketing