Ecoprogetto verso la chiusura

Problemi per compensazioni e affitto (34 mila € annui)

La vita di Ecoprogetto, lo stabilimento posto lungo la provinciale per Castelnuovo Scrivia, vicino al canile, ora chiamato Bioenerys, da sempre e da molti additato come causa dei miasmi che per anni hanno ammorbato interi quartieri della città, pare sia giunta alla fine. Dall’8 marzo Bioenerys, che è società della Snam, ha iniziato a non raccogliere più materiale da trattare, ricevendo solamente il verde, affermando di avere quindi lavoro fino a settembre, ottobre, mesi nei quali è prevista la chiusura. E pensare che solamente pochi anni fa Snam difendeva questo progetto con investimenti per 22 milioni di euro.

Nel 2022 l’annuncio che il progetto “causa lo straordinario aumento dei costi delle forniture e delle materie prime” non poteva più essere attuato, facendo svanire la possibilità di passare dalla produzione di compost e biogas a quella di biometano liquido. Anche Amias, la società controllata dai comuni della zona e che di fatto è l’interlocutore diretto con Bioenerys sperava in questo progetto, che avrebbe aumentato gli utili. Del resto l’impianto non ha mai avuto vita facile: tutti i rifiuti raccolti nella zona che possono essere trattati al suo interno sono inviati da Gestione Ambiente all’impianto di Novi Ligure, per cui l’approvvigionamento è sempre stato “da esterno” con ovvie spese di trasporto, spese che, come ben sanno tutti, sono enormemente cresciute dopo la guerra in Ucraina. A ciò si aggiunge che gli impianti di trattamento rifiuti per la cogenerazione si sono moltiplicati negli ultimi anni, causando un aumento della concorrenza e, forse, anche della competitività. In queste ultime settimane la società si è incontrata con i sindaci della zona, annunciando le proprie intenzioni, e garantendo il posto di lavoro per gli attuali 9 dipendenti. Rimangono però aperti molti problemi: il primo è che il contratto di affitto scade nel 2039 per un costo di 35 mila euro annui e prevede anche la restituzione dell’impianto, che deve essere valutato. E qui nasceranno, crediamo, i problemi perché teoricamente la società dovrebbe riconsegnare lo stabile come era al momento dell’affitto, cioè tecnologicamente molto arretrato. E’ quindi interesse dell’Amias e dei comuni riuscire a mantenere l’impianto così come è ora, nell’eventualità che altre società siano interessate. Di contro Bioenerys potrebbe richiedere una compensazione di alcuni milioni di euro per le migliorie compiute negli anni, in previsione di sfruttarle fino al 2039, cozzando contro un’atavica mancanza di fondi degli enti locali. Insomma le trattative sono appena iniziate. Sull’argomento abbiamo sentito il sindaco Chiodi che ci ha dichiarato: “Se da un lato dispiace che non si sia riusciti a migliorare questo progetto molto importante per la controllata Amias, dall’altro considerando anche l’impatto che l’impianto ha avuto sulla nostra città, l’interruzione dell’attività non è un fatto negativo. Ora si tratta di trovare la soluzione migliore per salvaguardare l’interesse, ambientale ed economico di tutti i soggetti coinvolti. Nel frattempo ribadisco il ringraziamento per la disponibilità da parte della società a salvaguardare il posto di lavoro dei nove addetti attuali”.

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