Elezioni 2024: Galanzino risponde alle nostre domande

Cosa si vuole fare concretamente per rilanciare l’economia della città? Bastano 2 idee. Prima di tutto con un’idea di cui rivendichiamo orgogliosamente la paternità e che sembra piaciuta a tutti, visto che in tanti l’hanno rilanciata: il Comune deve diventare capofila di una Comunità Energetica Rinnovabile aperta ad enti, aziende, attività commerciali e cittadini. Ciò permetterà di ridurre fino al 30% i costi dell’energia e attrarre nuove aziende, non solo di logistica. E’ un’opportunità concreta e facilmente realizzabile, per rendere Tortona più pulita, forte e competitiva. La nostra città deve poi diventare un luogo ancor più bello, sicuro e attraente, per i tortonesi e i turisti. Per questo due sono le strade: rilanciare il commercio cittadino, realizzando un piano di sviluppo in 5 anni – con masterplan organico che riqualifichi piazze e spazi con arredo, verde e gazebo – per creare un’esperienza di acquisto coinvolgente e piacevole, in luoghi storici veri e non cartonati come l’Outlet. L’Outlet però non deve essere vissuto come un nemico, ma come una grande occasione: qui ogni anno transita un flusso di oltre 6 milioni di persone, che in parte devono essere intercettate. Ecco perché il primo passo è partire da un’analisi dei bisogni dei consumatori, compresa la domanda dei clienti Outlet, per capire ciò che manca all’Outlet in termini di offerta merceologica (prodotti freschi, artigianato, esperienze culturali) e servizi, e indirizzare quindi le nostre proposte commerciali proprio in questa direzione. L’altra strada è trasformare Derthona in un vero brand internazionale, ma di questo ne parliamo dopo!

Qualcosa in questi anni è stato fatto per il quartiere R9 ma i tortonesi che vi abitano e pagano le tasse non si sentono ancora a pieno titolo cittadini tortonesi. Cosa manca ancora? Assicurate che entro la fine della prossima legislatura tutto sarà risolto? Quello che ancora manca è sotto gli occhi di tutti: il completamento delle opere e la realizzazione della famosa area a Parco con la messa in sicurezza del rio. Per garantirsi ciò sarà necessario fare una seria ricognizione della validità delle fidejussioni in mano al Comune e valutarne il rinnovo dove occorre, oltre che stanziare i fondi necessari per le opere non coperte da fidejussioni. Anche il problema cinghiali deve essere risolto. Personalmente, non vedo soluzioni differenti e praticabili da un piano di abbattimento. 

In questi anni sono sorti alla periferia della città moltissimi capannoni, anche di grandi dimensioni, mentre tranne in un caso (ex tabacchi Goggi) i vecchi capannoni e le vecchie aree industriali (ex Alfa, ex Nigacalze) e l’area dell’ex Dante in pieno centro storico sono ancora completamente abbandonati. Cosa la sua amministrazione vuole fare perchè la città ritorni ad essere vitale come una volta? Prima di tutto il comune deve favorire gli interventi privati di rigenerazione urbana e recupero degli immobili sui beni inutilizzati, facilitando le pratiche necessarie e riducendo il carico burocratico. Contemporaneamente si dovrà sanzionare quei proprietari che abbandonano i loro immobili in stato di degrado. Prevederemmo inoltre uno sconto sull’Imu per i proprietari di locali sfitti che decidono di concedere le vetrine in comodato ai negozi vicini o di mantenerle in modo decoroso, come avviene per esempio all’Outlet esponendo immagini rappresentative del territorio e dei suoi punti di interesse. Per quanto riguarda invece gli immobili di proprietà comunale, occorre distinguere tra quelli in uso e quelli inutilizzati. Per gli immobili in uso è indispensabile un’analisi energetica per predisporre interventi di risparmio energetico (con evidenti vantaggi per i cittadini) oltre a un censimento complessivo per pianificare manutenzioni programmate, come si fa nelle aziende, ed evitare così continue riparazioni che drenano liquidità e non risolvono i problemi. Per gli immobili non utilizzati (l’edificio delle Carceri per esempio), l’unico strumento a cui ricorrere effettivamente è il Partenariato pubblico privato (Ppp) che prevede il recupero e la gestione di beni del comune attraverso il finanziamento da parte dei privati. Di fatto il Ppp costituisce un modello efficace di cooperazione tra pubblico/privato per realizzare interventi di interesse pubblico che altrimenti non potrebbero essere realizzati.

In tema di inquinamento e di energia “pulita”: nel vostro programma inserite la possibilità di realizzare in città comunità energetiche per la produzione di energia solare? E cosa fare per il traffico? Ripeto, è uno dei nostri cavalli di battaglia, il cuore del Progetto Derthona Energia, che consiste nel realizzare a Tortona una Comunità Energetica Rinnovabile. Permettere ai Tortonesi di prodursi la propria energia pulita a km zero, installando per esempio impianti fotovoltaici su tetti di immobili comunali o proprietà private, ma anche su terreni in disuso o tetti dei capannoni industriali, non solo ridurrebbe i costi dell’energia ma anche le emissioni di Co2 e gli sprechi. Tutto ciò migliorerà nettamente la qualità dell’aria in città, vantaggio da non sottovalutare tenendo conto che la pianura Padana, al momento, è l’area italiana con la peggiore qualità dell’aria e la provincia di Alessandria con i più alti tassi di malattie degenerative polmonari in Italia. Indirettamente, proprio per questi due risultati, come già detto ciò renderebbe più attrattiva la nostra città anche per l’insediamento di nuove imprese, dandogli un fortissimo vantaggio competitivo. Per il traffico pensiamo sia essenziale costruire aree di servizio e parcheggi per i camion per tenerli lontano del centro urbano, oltre che incentivare l’utilizzo della bici (abbiamo proposto il progetto Bike to work) e della navetta elettrica (gratis per gli over 65 e per tutti dopo il tramonto) per collegare tutta la città, compreso il Parco del Castello, con capolinea al palazzo comunale.

Turismo culturale: una chimera che per ora è rimasta tale, ci pare. Come si pensa di agire anche in collaborazione con la Fondazione Cr Tortona che ha una pinacoteca che è un vero gioiello a livello nazionale? Prima di tutto creando una direzione artistica degli eventi del territorio a marchio Derthona, per coordinare e comunicare, verso l’esterno, tutte le stagioni artistiche, culturali ed enogastronomiche dell’intero territorio tortonese (non solo cittadino, ma anche delle valli) ed evitare il sovrapporsi di eventi. L’altra parola d’ordine è valorizzare i nostri gioielli naturalistici: la rete dei sentieri, una vera autostrada del benessere, Ambiente Scrivia e il Parco del Castello. Quest’ultimo per noi deve diventare un giardino pubblico, da vivere ad ogni stagione, per tortonesi e turisti. Cuore del rilancio è la sua trasformazione in P.Ar.Co., Parco dell’ARte COntemporanea, un museo diffuso di opere ed installazioni di arte contemporanea (anche attivando collaborazioni con le vicine accademie artistiche milanesi e richiedendo il contributo di artisti locali). Il P.Ar.Co. ruota attorno al recupero dello chalet, che deve diventare un luogo polifunzionale, di ritrovo/relax, con bistrot e un servizio bar diurno, coworking e spazi per iniziative di tipo culturale, con in più la fermata della navetta elettrica e una postazione di guardiania affidata alle associazioni dei militari in congedo. Occorre poi riscoprire e rilanciare il valore culturale delle frazioni, a partire da Rivalta. A questo proposito abbiamo previsto di istituire almeno una volta all’anno una camminata enogastronomica in ogni frazione cittadina, per svelarne le bellezze e i punti di attrazione.

Turismo in generale: quanto è stato fatto in questi anni ha portato risultati? A noi pare che il vero problema sia quello della ricettività. Si potrà fare qualcosa? E’ vero, la ricettività è un problema, siamo penultimi in provincia come posti letto, che sono pochi e polverizzati sul territorio. Per questo prevediamo di ridurre gli oneri a chi intenda realizzare immobili con destinazione alberghiera. Ma la ricettività non è il solo problema. Malgrado la nostra posizione, infatti, abbiamo un gravissimo problema di identificazione di territorio, ci manca il marchio di destinazione turistica quale Destinazione Derthona può essere. Le azioni da avviare da subito sono: 1. Adottare il marchio Derthona; 2. Analizzare i flussi turistici e intercettarli con una strategia dedicata e integrata di comunicazione, on e off line; 3. Spostare l’ufficio di informazione accoglienza turistica (Iat) in zona giardini della Stazione per accogliere al meglio il turista, offrendo info e servizi mirati (es. noleggio e-bike) 4. Collegare i diversi alberghi e B&B con servizio di navetta su chiamata; 5. Garantire musei aperti 8 ore al giorno per 7 giorni alla settimana o, almeno, prevedere un giorno di apertura certa per ogni punto museale; 6. Adottare un app per migliorare l’accesso ai servizi e alle attività del territorio

Ospedale. Non è un problema che può essere risolto direttamente dall’amministrazione comunale, ma sicuramente nei prossimi 5 anni ci si dovrà interessare ancora del problema. Su quali aspetti si vuole intervenire? Ricordiamo che la risposta pronta e capace all’emergenza salva la vita. Ed ancora: vi impegnerete per far sì che si ritorni alla prenotazione per il prelievo del sangue, evitando quella “barbarie” delle attese all’alba con il freddo, la pioggia o il sole cocente? Pur consapevoli che il sindaco non ha capacità di decisione sugli aspetti di infrastrutturazione ospedaliera, l’impegno della lista Vota Derthona sarà di far pressione sulla politica regionale oltre che di organizzare manifestazioni per riportare i servizi salvavita nel nostro Ospedale (Cardio e Neuro) anche aprendo a convenzioni con il privato. Ricordo solo che i cittadini, come dimostrato con il comitato Fuori di Peste (che aveva raccolto 10.000 firme), possono far sentire la propria voce a tutti i livelli e possono portare a casa risultati incredibili e impensati.

Al di fuori di questi temi: quale ritenete sia il vostro cavallo di battaglia nel programma elettorale? Lo sport è un tema che non abbiamo ancora toccato. Tortona ha grandissime potenzialità in questo senso. Non solo perché abbiamo la squadra di basket e la Cittadella, che per noi deve diventare la casa dello sport, ospitando anche la Polisportiva, rafforzata nel suo ruolo. Ma perché lo sport è prima di tutto elemento essenziale di prevenzione, inclusione e educazione civica e quindi va sostenuto, permettendo a tutti di farne di più. Per questo abbiamo previsto l’apertura delle strutture sportive comunali, con orari dedicati, agli atleti con disabilità e ai tortonesi della terza età, dando incarico alle associazioni sportive aderenti alla polisportiva di tenere corsi di ginnastica dolce. E abbiamo programmato di dare dei bonus Isee alle famiglie con difficoltà, per favorire la partecipazione dei giovani alle attività sportive. Per noi Tortona deve essere un riferimento unico per lo sport, diventando anche la città capofila di un consorzio che aggreghi le piste ciclabili, già esistenti ed ampliate verso la val Grue, trasformandole nelle ciclabili del Campionissimo, affidandone la gestione (e i costi) alle società di produzione biciclette, che in cambio ne riceverebbero una visibilità importante in termini di marketing.