Fondazione Cr Tortona e Istituto Mario Negri
La volontà della benefattrice Lidia Guarco Setti era chiara: ricordare la madre Natalina Tassara attraverso l’istituzione di una borsa di studio destinata ad un giovane studente impegnato nel campo della sperimentazione e ricerca medica da assegnare sulla base del merito. A poco meno di un anno dalla scomparsa della signora Guarco, la Fondazione C.R. Tortona, designata sua erede universale, annuncia l’avvio di una collaborazione triennale con il prestigioso Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, un’organizzazione privata senza scopo di lucro che opera nel campo della ricerca biomedica, nata nel 1961 grazie al lascito testamentario del filantropo Mario Negri, industriale milanese che aveva visto nel giovane Silvio Garattini la lungimiranza di un progetto di ricerca innovativo a favore della salute dell’uomo.

Nel 2018 Silvio Garattini diviene presidente lasciando la direzione dell’Istituto a Giuseppe Remuzzi. Oggi l’Istituto conta circa 600 ricercatori, di cui il 60% sono donne. La collaborazione con l’Istituto Negri prevede il finanziamento di un assegno di ricerca dell’importo annuo di 30.000 euro destinato allo sviluppo del progetto triennale Phoenix – Changing the future or organ transplantation. Sebbene il tasso di successo dei trapianti d’organo sia migliorato nel corso del tempo, circa il 40% dei pazienti non sopravvive oltre 10 anni e almeno il 15% dei casi va incontro a un nuovo trapianto ogni decennio. Inoltre, chi riceve un trapianto è costretto ad assumere per tutta la vita farmaci antirigetto. Questa terapia espone i pazienti al rischio di infezioni, malattie cardiovascolari e anche cancro. L’obiettivo del progetto Phoenix è molto ambizioso: trasformare la medicina del trapianto impiegando la nanomedicina per identificare una nuova forma di immunoterapia. Attraverso studi preclinici focalizzati su rene e fegato, i ricercatori vogliono identificare un nuovo approccio terapeutico in grado di indurre la tolleranza. Vale a dire insegnare all’organismo del ricevente a “tollerare” l’organo trapiantato come fosse il proprio, senza compromettere l’attività normale del sistema immunitario che ci difende da infezioni e tumori. Il fine ultimo è quello di migliorare la sopravvivenza del trapianto e anche la qualità di vita dei pazienti. Non solo, questo importante studio ha una rilevanza notevole in termini di salute pubblica: i risultati contribuiranno a ridurre le liste d’attesa e i costi per i trattamenti medici, oltre a diminuire i casi in cui si rende necessario un secondo trapianto. Lo scopo è salvare più vite, con un impatto su milioni di persone in Europa e nel resto del mondo. L’Istituto Mario Negri è coordinatore e attore principale del progetto, in collaborazione con scienziati, clinici e ricercatori di Spagna, Francia, Irlanda e Canada.