WEC – World Endurance Championship – Pier Guidi in Giappone può riaprire la corsa al titolo

Le Hypercar del Cavallino tornano sotto i riflettori in Giappone in occasione della 6 Ore del Fuji, 6° appuntamento del WEC (World Endurance Championship), in programma domenica. Per la prima volta le 499P si mettono alla prova sull’asfalto giapponese, dove le vetture della Casa di Maranello sinora non hanno effettuato alcun test. Il layout della pista, che si caratterizza per un lungo rettilineo e alterna curve ad ampio raggio, come la celebre “100 R”, ad altre che si percorrono a basse velocità, obbligano i team ad un accurato lavoro di messa a punto con l’obiettivo di trovare le migliori prestazioni in settori profondamente differenti.

L’obiettivo del team Ferrari – AF Corse, che sinora ha inanellato cinque podi in altrettante gare, incluso il trionfo alla 24 Ore di Le Mans, è conquistare punti di capitale importanza per la sfida iridata. In classifica Costruttori il Cavallino è secondo, con un distacco di 26 punti rispetto a Toyota (la vittoria e la pole position alla 6 Ore del Fuji e alla 8 Ore del Bahrain mettono in palio, in totale, 65 punti); nella graduatoria Piloti Pier Guidi, Calado e Giovinazzi, che condividono la 499P numero 51, sono terzi, staccati di 23 lunghezze dai leader del campionato. Pier Guidi in Giappone si è imposto nel 2017 e nel 2022 sempre su 488GTE. “La pista del Fuji rappresenta qualcosa di unico nel calendario del campionato poiché alterna una sezione veloce, i primi due settori, ed una molto lenta, il settore finale. Per quanto riguarda l’assetto della vettura si può optare per un carico medio-alto, che garantisce prestazioni migliori nel tratto misto a discapito della velocità, o viceversa un carico medio-basso. Nonostante non sia la mia pista preferita, ho un bel ricordo del Fuji nella classe LMGTE Pro: a parte il trionfo nel 2022, rimane indelebile nella mia memoria la vittoria del 2017, in una gara con condizioni difficili, sull’asfalto bagnato, è stata fondamentale per la conquista del mio primo titolo mondiale, con James (Calado, ndr)”.

Fuji. Il Fuji International Speedway, che sorge alle pendici del vulcano più noto, fotografato e dipinto del Giappone, è stato inaugurato nel 1965 e nell’attuale configurazione misura 4,563 metri con 16 curve e vanta una lunga tradizione legata alle corse riservate ai prototipi e alle gare di durata. Nell’albo d’oro del Cavallino spiccano diversi successi: tra i più importanti quelli alla 200 Miglia del Fuji con la Ferrari 512 S nel 1970, e quelli recenti con la 488 GTE alla 6 Ore, inserita nel calendario iridato del FIA WEC. Nelle intenzioni iniziali, il Fuji nel 1963 era stato progettato come un “superspeedway” in stile americano, con un layout ovale che includeva due rettilinei raccordati da curve sopraelevate, ma due anni più tardi si optò per una pista stradale.

Prototipi. L’impianto giapponese è stato teatro di diversi eventi che hanno avuto per protagonisti i prototipi. Oltre alla 1000 Miglia del Fuji, che si disputò tra il 1967 e i primi anni Novanta, in questo novero spicca la 200 Miglia, una competizione su invito che si teneva al termine della stagione agonistica. In questo contesto Ferrari ottenne il primo successo in terra giapponese con la 512 S, condotta al traguardo da Gianpiero Moretti, che condivise la vettura con Corrado Manfredini. Dopo il debutto alla 24 Ore di Daytona, con il terzo posto di Mario Andretti, Arturo Merzario e Jacky Ickx, nella stagione 1970 la 512 S (V12 da 550 cv e 340 orari) vinse la 200 Miglia del Fuji e salì sul podio in altre importanti gare quali la 1000 km di Monza.

Il programma. Partenza della 6 Ore domenica alle 11 (ora locale, 4 ora italiana). La gara si potrà seguire in diretta dalla prospettiva dei piloti tramite gli on-board camera delle Hypercar disponibili sul canale ufficiale YouTube “Ferrari”.

Davide Maruffo