Come raccogliere e mangiare i funghi

E come comportarsi in caso di intossicazione

Come ogni anno, nel periodo autunnale, l’Asl offre all’utenza il servizio di ispezione e certificazione dei funghi raccolti dai cittadini. Il servizio di igiene degli alimenti e della nutrizione svolge l’attività di controllo sulle specie fungine grazie ai suoi esperti micologi, che sono a disposizione del pubblico per esaminare i funghi raccolti, rilasciando un certificato che attesta la loro commestibilità e ne indica le corrette modalità di consumo. In questo modo si prevengono intossicazioni e avvelenamenti causati dall’ingestione di funghi non commestibili.

Le prestazioni del micologo sono gratuite e ad accesso diretto nelle sedi e negli orari indicati per i privati raccoglitori e/o i diretti consumatori. Da lunedì 11 settembre inoltre è attivo il servizio di pronta disponibilità a supporto dei medici dei pronto soccorso della provincia per i casi sospetti di intossicazione per ingestione di funghi: terminerà il 30 novembre ed è possibile attivarlo tramite il centralino dell’Asl. Purtroppo, c’è da rilevare che l’Asl ha dimenticato la sede tortonese, referente per le valli Curone e Grue, tra le più “fertili” di funghi per cui il raccoglitore deve rivolgersi a Novi Ligure, presso la sede Asl in via Papa Giovanni XXIII 1 il lunedì dalle 13,30 alle 15,30 ed il giovedì dalle 9 alle 12. Come consumare i funghi raccolti senza rischi: • Evitare la raccolta indiscriminata di tutti i funghi, poiché solo alcune specie sono commestibili. Si evita così di provocare un danno all’ecosistema. • I funghi vanno raccolti interi e completi di ogni loro parte (radichetta, bulbo, volva, anello, …) e non in stato di alterazione (ammuffiti, fradici ecc.), ripuliti dal terriccio avendo cura di manipolarli il meno possibile per evitare cambiamenti di colore. • I funghi raccolti si trasportano in contenitori rigidi ed aerati (es. cestini di vimini) che consentono un’ulteriore disseminazione delle spore e diminuiscono i fenomeni di compressione e fermentazione dei funghi. • Non raccogliere funghi in aree sospette di inquinamento (discariche, bordi stradali, …). • Per il riconoscimento della commestibilità dei funghi non affidarsi a metodi empirici come cucchiaino di argento, latte, mollica di pane. • Di norma i funghi vanno mangiati sempre ben cotti, da crudi sono scarsamente digeribili se non addirittura velenosi (il comune “chiodino”, Armillariella mellea, risulta tossico se non è prebollito per almeno 15 minuti prima della cottura definitiva) perché contengono tossine termolabili che si degradano al calore di cottura. • Non somministrare funghi a bambini, donne in gravidanza o allattamento, a individui con intolleranze alimentari o a farmaci o disturbi a stomaco, fegato, pancreas, senza il consenso del medico. Cosa fare in caso di avvelenamento da funghi: • Se dopo aver consumato dei funghi insorgono disturbi recarsi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso. • Prestare attenzione ai sintomi di malessere e gastroenterici (nausea, vomito, diarrea). Le sindromi da intossicazione da funghi possono essere a breve incubazione (sintomi entro 4-5 ore dal consumo), lunga incubazione (sintomi da 6-8 ore fino a 48 ore ed oltre dal pasto). • Portare gli avanzi dei funghi disponibili, compresi quelli gettati via in pattumiera, utili ai fini del riconoscimento. • Non tentare “terapie” autonome. • Non ingerire nulla, soprattutto niente alcolici.