Società di Mutuo Soccorso gremita sabato 13 gennaio a San Sebastiano Curone dove si è parlato del progetto dell’impianto eolico che una società di Brescia vorrebbe realizzare sul Giarolo. Oltre 200 persone hanno affollato il salone, ed il dibattito non si è perso in slogan ma è sempre stato concreto, mirato al nocciolo del problema: sì alle energie alternative, ma no ad un progetto che può distruggere più valli. E’ stato anche un incontro educativo, con la biologa Paola Gola che ha illustrato la fauna dei crinali, “alcuni volatili li troviamo ormai solo sul Giarolo” come la succiacapre, l’aquila reale o il biancone che nidificano in loco, il bordone che in inverno scende dalle Alpi, o lo zigolo delle nevi che viene dal nord Europa, o altri uccelli che, invece, percorrono il mondo da sud a nord, per andare sempre, alcuni mesi all’anno, sui monti della val Curone.
Ma sicuramente l’intervento che ha tenuto desta l’attenzione dei presenti è stato quello di Giuseppe “Bepi” Raggi, presidente del comitato delle quattro province, che i lettori di Sette Giorni conoscono perché periodicamente scrive di ambiente sul nostro giornale, che ha illustrato il progetto. Per prima cosa ha ricordato che in zona vi sono 13 progetti di sviluppo locale, che sarebbero vanificati da un intervento simile, tre riguardano direttamente Fabbrica Curone, Cabella Ligure e Borghetto Borbera. Poi ha ricordato che le 20 pale che dovrebbero essere installate sono alte 209 metri, 128 il palo di sostegno più 81 le pale, e che di queste dimensioni ne esistono, secondo la sua ricerca, solo 5 in Sardegna nei pressi di Porto Torres, non proprio a 1.400 metri di altezza. Raggi ha portato un paragone: la pala che si vede in autostrada sulla A26 andando da Tortona verso la riviera di ponente sul Turchino è alta 150 metri, e sembra già una cosa gigantesca. Altri interessanti dati offerti da Raggi e tratti dalle varie relazioni: il consumo di energia elettrica in Piemonte nel 2020 è stato di 22.244 Gw/h mentre la produzione “attesa” dall’impianto sul Giarolo è di 297,5 Gw/h annui.
L’ingegner Pesci ha ricordato la necessità dell’energia a chilometro zero, la carbonizzazione idrotermica, con produttività di energia 5 volte superiore. Giovanni Curato ha richiamato l’attenzione dei presenti e gli organizzatori sulla necessità di coinvolgere direttamente gli amministratori, perchè la loro azione è indispensabile se il progetto prenderà corpo e sarà approvato dal ministero. Ha poi parlato Maria Grazia Gavazza, del Cai Liguria e Piemonte il cui intervento è da noi stato pubblicato sul numero della scorsa settimana. Ed ancora Fernando Folini, di Rinascenza, l’associazione ecologista impegnata a Casalnoceto contro la Ctt, che ha ricordato come sia necessario calcolare la capacità delle reti che dovranno ricevere elettricità eolica e che è diritto del cittadino, sancito dalla legge, di partecipare alle decisioni di questo tipo; per questo l’associazione è a disposizione.
Tra i politici occorre citare il presidente della Provincia Bussalino, che si è schierato a fianco delle associazioni contro il progetto ed ha ricordato come la Provincia abbia evidenziato le molte incongruenze del progetto, considerato non sufficiente, un “impianto che non dà alcun ritorno economico rispetto al danno che produce”. E poi l’assessore regionale all’ambiente Vittoria Poggio che ha evidenziato come la Regione non abbia voce in capitolo in questa vicenda, ma “nonostante ciò ci siamo mossi, ed abbiamo evidenziato al ministro Pichetto Fratin la nostra contrarietà” inviando anche un documento, e “saremo a fianco di chi si opporrà”. E’ intervenuto anche il sindaco di Paderna e vice presidente della Provincia, Matteo Gualco, che ha posto l’accento sulla necessità di seguire attentamente l’iter del progetto, perchè al di là della società che lo ha predisposto potrebbero esserci altre società pronte a realizzarlo, senza contropartite di alcun genere per il territorio, contropartite che, per altro, le associazioni che hanno indetto il dibattito non prendono neppure in considerazione.
L’incontro è proseguito per oltre 2 ore con alcune proposte interessanti, come allargare le comunità energetiche, anche con contributi, in modo che ognuno possa realizzare il proprio impianto solare sul tetto di casa, il comune sul tetto del municipio o sugli spogliatoi del campo sportivo, unendo le produzioni di energia che potrebbero generarne quanto l’impianto eolico. Hanno chiuso gli interventi Alessandro Verna, della protezione civile di Volpedo, che ha posto l’accento sulla necessità di tutelare l’ambiente, Francesco Checco Galanzino, nella sua veste di ambientalista e di operatore specializzato nel settore, avendo realizzato oltre 110 impianti in varie parti d’Europa. “Sono contro questo tipo di progetto, che è uno scempio, ma ricordiamoci che questo è il futuro, che l’energia elettrica dovrà essere sempre più prodotta in modo ecologico”. Ed ha posto l’accento sul fatto che il progetto non fa cenno al risparmio di Co2 ma non ha neppure fatto cenno a quanto Co2 dovrà essere immesso per realizzarlo, “sicuramente molto più di quanto verrà risparmiato”. Galanzino ha poi ricordato che il progetto è “incompleto in termine di sostenibilità sociale (non è stato minimamente coinvolto il territorio) e che non c’è un piano economico finanziario che chiarisca l’impegno a: •fare una comunità energetica locale che possa partecipare all’utilizzo gratuito alla produzione; •rilasciare una fidejussione da 5 milioni a garanzia della manutenzione delle strade e dei sentieri che dovrà essere assegnata alle pro loco/associazioni ambientaliste locali; •rilasciare una fidejussione da 30 milioni a garanzia dello smantellamento dell’impianto a fine vita (ci rimarrebbero solo gli scheletri…)”. Il sindaco di San Sebastiano nonché presidente dell’Unione Terre Alte, Vincenzo Caprile ha richiamato il documento sottoscritto da tutti i comuni interessati, da noi pubblicato sul numero scorso. Alla fine chi è rimasto si è alzato con una convinzione: il progetto non deve essere realizzato, ci si impegnerà in ogni modo (ricorso eventuale al Tar, se il progetto sarà approvato) fino ad azioni più drastiche, non dette ma lasciate intendere. Ci sarà ancora modo di scrivere sull’argomento.
I5 Più Energia è la società dell’eolico sul Giarolo
Nel 2023 fatturato di 20 milioni di € per il Gruppo 3R Energia
Il progetto dell’impianto eolico sul Giarolo, per un costo di 150 milioni di euro ed un ritorno stimato di 25 milioni annui, è stato predisposto dalla società bresciana I5 Più Energia srl il cui amministratore unico è Roberta Ducoli, con capitale di 10 mila euro. Il nome Ducoli a Brescia è molto conosciuto nel mondo delle energie rinnovabili. La società che detiene il 95% del capitale della I5 è la 3R Energia srl, il cui amministratore unico è Riccardo Ducoli con capitale di 120 mila euro. Questa società è nata, si legge sul sito, nel 2005 “come holding di famiglia per gestire le varie partecipazioni personali di Riccardo Ducoli” proprio in questo settore, con attività in Italia, Romania, Brasile, Bielorussia e Polonia, essendo presente in una trentina di società. La 3R è poi partecipata dalla Ducoli Riccardo, con capitale di oltre 5 milioni, dalla Ducoli Roberta con capitale di 138 mila euro e dalla Af Green Future srl, con socio unico, e sede in via Moro 28 a Breno, in provincia di Brescia, dove ha sede legale anche la 3R Energia srl. Il gruppo 3R Energia nel 2023 ha fatturato 20 milioni di euro e pensa di raggiungere, quest’anno, i 35 milioni.