E’ stato un bell’incontro, quello di mercoledì 28 in un teatro affollato in ogni ordine di posti, tra i cittadini, molti nemmeno votanti in città, ed i quattro rappresentanti delle altrettante liste dell’attuale maggioranza che sosterranno Federico Chiodi nelle elezioni di giugno. Ben preparato, con un richiamo all’incontro di 5 anni fa, con il lancio finale dal loggione dei volantini, che tanto ricordano il “W Verdi” del Risorgimento e che portò bene le scorse elezioni, con una scenografia scarna ma con la luce che, nel primo intervento del sindaco, illuminava solamente lui, lasciando gli altri sul palco (Galvani, Morreale e Pareti) in ombra.
Infine si respirava aria tranquilla, di chi va allo scontro elettorale con un bel vantaggio, sulle ali di una coalizione nazionale che è sicuramente maggioranza relativa nel Paese, per riscuotere quello che in questi anni l’amministrazione Chiodi ha indubbiamente seminato. Ed infatti i discorsi di Chiodi (il primo di apertura e l’ultimo di chiusura con i nuovi slogan “Lo faremo, lo farò” e “Noi ci siamo, ci siamo stati e ci saremo” che continua quello di 5 anni fa “Finché ci sarete, io ci sarò!”), di Morreale e Pareti hanno riguardato esclusivamente l’amministrazione, quello che è stato fatto, quello che si vorrà ancora fare, facendo cenni di passaggio al centro destra, nemmeno citando gli avversari politici. Il discorso invece meno amministrativo ma più politico, di chi probabilmente guarda ormai fuori Tortona, con pochi accenni a quello che è stato fatto (scuola a San Bernardino grazie al Pnrr, promesse mantenute sull’utilizzo del Pnrr che 5 anni fa non c’era ancora), che ha richiamato tutti i “duri e puri” della destra, è stato quello di Galvani. Il centro destra è stato citato più volte, si è dichiarato stufo di dover sempre sentire parlare di fascismo, ma nel contempo ha chiamato “comunisti” (e, ci si permetta, chiamare comunisti Galanzino, imprenditore e Agosti, attivista dell’Azione Cattolica, professore di religione ci sembra un po’ eccessivo) “loro” gli altri quelli che fanno opposizione. Galvani ha citato in questo suo discorso una decina di volte “Giorgia” ed ha assicurato tutti che “la fiamma dal nostro simbolo non sarà mai tolta”. Ha concluso, come detto, Chiodi con un azzeccato richiamo alla “persona che ha portato una nuova luce alla mia vita”, il neonato figlio Ludovico, con la promessa di fare tutto per i giovani d’oggi, riscuotendo l’unica vera ovazione della serata.