In mostra “Il cammino dei lavoratori” di Giuseppe Pellizza da Volpedo
Aperta sabato pomeriggio 23 novembre la rinnovata galleria della pinacoteca “Il Divisionismo” della Fondazione Cr Tortona. A fare gli onori di casa il presidente Pierluigi Rognoni. La Pinacoteca è visitabile sabato e domenica ore 15-19. Si è arricchita la collezione della Pinacoteca. E fa notizia. Mancava il capolavoro di Pellizza? No, c’è Il ponte, opera della maturità, testamento spirituale, tela di perfezione tecnica e tematica.
Mancava, però, la testimonianza dell’opera universalmente nota del pittore di Volpedo, ancora di sovente riconosciuto nell’equazione Pellizza-Quarto Stato. La pinacoteca della Fondazione mostra chiaramente che Pellizza non è solo Quarto Stato (di fatto la collezione pubblica più consistente con una trentina di pezzi) e che il Divisionismo non è solo Pellizza (ma anche Segantini, Morbelli, Previati, Longoni, Nomellini, i loro precursori e i loro eredi). Perché il museo restituisce l’artista e tutta la sua complessità in relazione al racconto della pittura divisionista, unica vera avanguardia nel panorama artistico dell’Italia a cavallo tra Otto e Novecento. Era pur vero, però, che di Quarto Stato non c’era traccia. Non dell’opera, ovviamente, patrimonio della città di Milano esposta alla Galleria d’Arte Moderna, ma dell’universo compositivo di Quarto Stato, fatto di altre tele e delle elaborate fasi preparatorie in forma di cartoni, disegni, veline, fogli di varia dimensione.
A testimonianza di un lungo, esaltante lavoro durato dieci anni, molto studio e quattro dipinti: Ambasciatori della fame (1892), Fiumana (1895-96), Il cammino dei lavoratori (1898) e Quarto Stato (1898-1901). E ora, il sogno si avvera: una delle due tele in collezione privata e potenzialmente acquisibili (anche Fiumana è a Milano nelle sale della Pinacoteca di Brera) entra a far parte del patrimonio della Fondazione. E’ Il cammino dei lavoratori, dipinto del 1898 che condensa il passaggio da Fiumana a Quarto Stato. Snodo fondamentale nel decennale cantiere del capolavoro, lo precede nella definizione delle figure, nel loro armonico disporsi in gruppi, nella tavolozza dorata che unisce i protagonisti nella speranza di futuro radioso. Lo precede al punto che lascia intravedere la quadrettatura che è servita per il riporto del soggetto sulla tela definitiva. Un’icona che torna nel territorio dove è stata concepita e ambientata. E quello che mancava, un’icona in effetti, ora c’è: a Tortona, nella Pinacoteca il Divisionismo.