Il deciso NO all’eolico del comune di San Sebastiano 

48 residenti in paese hanno diffidato la società che vuole realizzare il parco

Anche il comune di San Sebastiano Curone e numerosissimi suoi abitanti hanno fatto sentire la propria voce contro il progetto per il parco eolico sul Giarolo. Del resto San Sebastiano è il paese che avrebbe il maggior numero di disagi e danni se questo progetto andasse, disgraziatamente, in porto. Ma andiamo con ordine. Il consiglio comunale il 13 gennaio ha approvato all’unanimità una delibera con la quale esprime il proprio “parere contrario alla realizzazione” del progetto di 15 Più Energia srl. La delibera prende atto che in comune, oltre al documento preparato dall’amministrazione, sono pervenuti 16 documenti contrari a questo progetto sotto forma di raccolta firme (i genitori degli alunni del plesso scolastico, gli abitanti delle vie Franco Anselmi e Largo Manzoni, gli esercenti del paese), di lettere, di relazioni (i responsabili della casa di riposo don Orione) o di diffida legale (una lunga serie di abitanti rappresentati da un avvocatessa alessandrina).

E partiamo da questo documento a nome di 48 residenti in paese che diffida la società bresciana dal “proseguire nella realizzazione del progetto relativo al parco eolico Giarolo” ed intima formalmente di sospendere il progetto in quanto: “•non è in grado di garantire l’incolumità delle persone e la stabilità delle abitazioni prospicienti le aree di cantiere; •viola palesemente le norme previste dalla legge quadro sull’inquinamento acustico; •limita in maniera inaccettabile la libertà di movimento delle persone; •impedisce di fatto e per un periodo di 4 anni la normale attività della Rsa Don Orione impedendo l’accesso a cure mediche di emergenza di persone fragili e bisognose”. Il documento a firma dell’avvocato Stefania Sandri considera tra l’altro: “•l’abitato di San Sebastiano costituisce punto di passaggio obbligato per ogni transito di qualunque mezzo utilizzato per la costruzione del parco; •la società proponente ha indicato in 16 mila il numero dei transiti dei soli mezzi pesanti necessari per la costruzione del parco; •tale stima manca di ogni tipo di analisi e approfondimento e pertanto non può essere assunta come base per ogni valutazione conseguente; •non risultano essere previste opere di consolidamento nella zona in cui la gru (necessaria per trasportare oltre il torrente Museglia gli elementi dei 20 aerogeneratori, ndr) opererà e quella in cui sarà posta durante le fasi di inattività; •manca il piano di sicurezza e di coordinamento relativo all’impiego della gru nella piazza del Mercato; •viste le dimensioni della gru in caso di ribaltamento comprende aree densamente abitate quali l’intero centro storico in destra Museglia e l’area del Mercato in sinistra Museglia che è anche sede di un parco giochi frequentato dai bambini e dai giovani del luogo; •la proponente non ha fornito ai sensi di una direttiva Cee del 1985 alcuna documentazione che prevede la valutazione degli effetti diretti ed indiretti che il progetto e le opere ed attività correlate alla sua realizzazione può avere su: l’uomo, la flora e la fauna, il suolo, l’acqua, l’aria, il clima ed il paesaggio, i beni materiali ed il patrimonio culturale; •non ha fornito alcuna valutazione in merito al rispetto delle emissioni di gas di scarico generati dai mezzi pesanti così come stabiliti dal decreto legislativo del 2008”. Il documento afferma pure “alla luce di tutte le considerazioni si evidenzia l’elevato rischio per la popolazione in fatto di sicurezza personale, l’elevato rischio di danni gravi ed irreparabili agli immobili nel centro storico (si parla di immobili per la maggior parte d’epoca per il quale il continuo passaggio di mezzi pesanti, con le vibrazioni prodotte, può esser causa di crollo) oltre all’incalcolabile danno ambientale nonché all’evidente disturbo alle occupazioni ed alla vita dei residenti”. Infine la delibera si richiama al lungo documento inviato dall’amministrazione comunale al ministero dell’ambiente che si conclude con la “valutazione sicuramente non favorevole” del progetto. Si tratta di un documento di 19 pagine che analiticamente analizza tutti gli aspetti del progetto: incompletezza delle soluzioni proposte; decontestualizzazione del progetto rispetto alla realtà locale, esaminando la lunga serie di manifestazioni che da decenni, almeno, caratterizzano il paese; incompleta gestione del rischio e delle emergenze durante le operazioni di trasbordo con un forte richiamo al fatto che la casa di riposo che ospita 65 anziani e circa 50 operatori sanitari si trova precisamente nella zona che sarà chiusa durante le operazioni di trasbordo, zona che rappresenta uno dei punti di fuga indicati nel piano di emergenza ed evacuazione. Massima attenzione poi è stata dedicata alle operazioni di montaggio e smontaggio della gru, operazioni previste in quanto la società proponente si è “dichiarata disponibile a smontare e rimontare la gru durante le manifestazioni”. I tempi di montaggio sono stati calcolati tra i 4 ed i 7 giorni lavorativi a seconda delle condizioni del sito, delle condizioni atmosferiche e delle risorse disponibili mentre i tempi di smontaggio sono stati calcolati tra i 3 ed i 5 giorni lavorativi. Sul documento dell’amministrazione comunale a questo proposito si legge: “alla luce di questi tempi si ritiene che l’eventualità di attuare tale soluzione possa essere presa in considerazione solo nel contesto di una discussione che consideri il termine possibile come una mera ipotesi, e non come qualcosa di realmente fattibile”. Ed ancora: viene esaminata l’ipotesi dello spazio operativo necessario per il montaggio della gru, i fattori ambientali da considerare, l’attraversamento dell’abitato che prendendo come valide le stime della società sarebbe di circa 31.000 passaggi. In questo caso il documento analizza attentamente il progetto che prevede un dato medio di percorrenza al giorno. Ma analizzando il progetto, secondo il documento del comune, la gettata di cemento per una singola fondazione dell’aerogeneratore prevede un lavoro di 37 ore ininterrotte che “comporta un transito continuo dei mezzi d’opera di almeno 42 ore con il coinvolgimento di almeno 50 mezzi, considerando 3 viaggi al giorno per ogni mezzo, pertanto l’impatto sulla viabilità non può essere analizzato solo in termini medi che risultano oggettivamente di scarsa rilevanza ai fini di una adeguata valutazione, ma deve essere esaminato anche in funzione dei periodi specifici di lavorazione”. Infine viene preso in considerazione l’inquinamento acustico derivante dall’attività di cantiere che secondo il comune supera ogni limite di legge. Il documento rileva che “ulteriore elemento di preoccupazione è rappresentato dalla scelta discrezionale della società proponente di rispondere solo parzialmente alle osservazioni del comune, ignorando gli aspetti fondamentali come la rilevanza storica e paesaggistica del centro abitato ed il ruolo del comune nel contesto montano vallivo. L’assenza di uno strumento di accompagnamento volto a mitigare gli impatti sulle comunità locali durante i previsti 48 mesi di cantiere denota una sottovalutazione delle dinamiche sociali e della necessità di dialogo con i cittadini” e che “le argomentazioni relative alla gestione del rischio e delle emergenze durante le operazioni di trasbordo non appaiono sufficientemente complete”.