“Attenti alle truffe telefoniche”

In queste settimane sono sempre più numerose le segnalazioni di cittadini vittime o obiettivi di varie tipologie di truffe telefoniche. Di seguito riportiamo tre casistiche alle quali prestare molta attenzione. Alcune settimane fa i carabinieri emiliani hanno scoperto ed arrestato una banda di truffatori che usavano il cellulare per spaventare chi riceveva la telefonata o il messaggio WhatsApp per rubare il denaro detenuto in casa.  Di questi tentativi di truffa abbiamo già scritto più volte, e purtroppo in alcuni casi, qualche tortonese ne è rimasto coinvolto.

Ripetiamo i messaggi come quello che pubblichiamo a fianco, e che continuano a giungere a decine al giorno in zona, sono tutti tentativi di truffa: non bisogna rispondere. Diverso il caso di chi riceve la telefonata da un falso carabiniere o avvocato, che dice di inviare in casa un collega per ricevere una somma di denaro, qualche migliaio di euro normalmente od oggetti preziosi, per pagare la cauzione e “sistemare” la causa. Ripetiamo: in Italia non esiste la cauzione, chi è in stato di fermo non esce pagandola, ma solo dietro provvedimento del giudice. Non è nemmeno possibile accordarsi, come spesso dice il falso avvocato, con la controparte per chiudere una vicenda legata, quasi sempre, ad un incidente stradale con feriti. Insomma non bisogna credere a queste telefonate, e non cadere nella trappola anche se chi chiama conosce il nome del parente “nei guai”. Occorre chiamare il 112 che invierà immediatamente una pattuglia per individuare l’emissario venuto a riscuotere, che sarà arrestato. Un altro tipo di truffa prevede l’invio sul cellulare di un messaggio della propria banca che dice di aver “erroneamente accreditato 5.000 euro sul suo conto” invitando a fare immediatamente un bonifico ad un determinato Iban della banca. Fortunatamente molti, ricevuto questo messaggio, hanno compreso che si trattava di un tentativo di truffa, sia perché l’accredito errato da parte della banca è cosa quasi impossibile, sia perchè all’eventuale errore avrebbero rimediato direttamente. Un anziano concittadino, invece, ci ha subito creduto ed ha eseguito il bonifico. Quando ha capito l’errore si è recato a fare denuncia in caserma e, fortunatamente, il sottufficiale che ha ricevuto la denuncia è riuscito a revocare l’accredito. Insomma, non c’è stato danno.

Gli uomini dell’Arma vogliono far sapere che la banca non chiede mai soldi e che se si riceve un messaggio come quello ricevuto dal concittadino non bisogna rispondere ma, volendo, fare denuncia. Infine nell’ultimo periodo, sono pervenute presso la Questura di Alessandria diverse segnalazioni di truffe, tentate ed in alcuni casi riuscite, con telefonate in arrivo da un numero che è in apparenza lo stesso del centralino della Questura: 0131 310111. Le modalità generalmente sono le stesse: un soggetto, che si presenta come poliziotto, segnala una compromissione del conto in banca della vittima e la invita ad effettuare bonifici su altri conti correnti, per motivazioni fantasiose, al fine di “salvaguardare” il proprio denaro. Le moderne tecnologie, rendono possibile e agevole per i malviventi utilizzare come indicazione di chiamate anche i numeri telefonici in uso alla Polizia di Stato o di altre istituzioni pubbliche. Ma gli operatori in servizio presso il centralino e le linee in uso alla Questura non chiederanno mai di effettuare bonifici di denaro o di trasferire soldi. Qualora riceveste questo tipo di chiamata o comunque, in altre situazioni simili, vi sorgesse il minimo dubbio, non esitate a contattare immediatamente il 112 N.U.E., il vostro gestore bancario e comunque a recarvi presso il più vicino ufficio di Polizia per chiedere ausilio, chiarimenti e segnalare la vicenda.