Presentato al pubblico venerdì 18 l’esito degli scavi della chiesa dell’antico monastero di Sant’Eufemia nel giardino del convento dei padri cappuccini. I lavori di scavo sono iniziati lo scorso 3 giugno in collaborazione con la Soprintendenza e la diocesi, finanziati del ministero delle infrastrutture e dalla società F.T. Studio.

Con gli esperti, agli scavi hanno partecipato anche 12 studenti, coordinati da Eleonora Destefanis docente di archeologia tardoantica e medievale dell’Upo, Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”. Venerdì il ritrovo era al museo archeologico dove oltre 300 persone hanno visitato le sale già allestite del Ma.De ed il rinnovato giardino archeologico e sono poi salite al convento dei cappuccini. Qui, nel salone della struttura, i responsabili hanno riferito degli scavi e quindi accompagnato i presenti alla visita sul campo. Si è saliti nel punto più alto dell’ampio giardino e dopo aver attraversato un prato e un vigneto si è giunti sul luogo degli scavi.

Della chiesa ormai scomparsa e orientata est-ovest, sono state riportate alla luce la cripta ornata di colonne, finestrelle e tracce di intonaco rossastro e il transetto appoggiato sui resti delle mura romane di età repubblicana che proseguono fino a via Alle Fonti. Sono emerse nell’area tracce di un chiostro ed un pavimento in cotto. Di Sant’Eufemia si parla già nel 993, le monache vi restarono curando i vigneti fino agli anni ’70 del ‘500 quando gli spagnoli per esigenze militari costruirono bastioni difensivi e le monache vennero trasferite.

Nel ‘600, molto più in basso fu costruito il convento dei cappuccini. Sul luogo vi è anche un antico pozzo di probabile origine romana. Da riportare alla luce vi sono ora la navata centrale e l’altro transetto della chiesa che ricorda nella pianta quella di Santa Giustina di Sezzadio. Ora saranno messe in sicurezza le parti riportate alla luce; non si sa, finanziamenti permettendo, quando proseguiranno gli scavi.
