“Un onore essere capitano. Mi ispiro ai grandi. Proviamo un basket fluido, coach Fioretti esigente e meticoloso”

Intervista a Tommaso Baldasso

Il nuovo capitano della Bertram è Tommaso Baldasso, ormai da tre anni in bianconero e punto di riferimento per il Derthona. Lo abbiamo incontrato in questi giorni di preparazione ed allenamenti per parlare del suo nuovo ruolo, del suo rapporto con coach Fioretti e della stagione che si sta delineando.

Ciao Tommaso. Inizia il tuo terzo anno a Tortona, sei ormai inserito nel tessuto bianconero. Come ti trovi? “Vivo molto la città dove mi trovo molto bene ed essendo vicina a Torino riesco spesso tornare a casa dalla famiglia, sto molto bene qui e sto portando a termine i tre anni di contratto. Ho due cagnolini e faccio anche spesso belle passeggiate con loro, alternandoli!”. Il tuo nome durante il mercato è stato accostato spesso a squadre importanti (BO-TPR), cosa ti ha convinto a rimanere a Tortona? “Ci possono essere state delle possibilità, ovviamente si valuta sempre tutto e io avevo un’opzione che mi permetteva di decidere del mio futuro entro il 30 giugno. Entro quella data non è successo nulla e ho rispettato il mio contratto come da regolamento. Avessi avuto problemi particolari o necessità di qualche tipo avrei potuto chiedere l’uscita. Sono contento di essere rimasto a Tortona”. Quest’anno sarai capitano. Un onore ed anche una responsabilità… “Sicuramente una grossa responsabilità ma mi piace, è un onore! E’ una notizia che mi ha dato un senso di responsabilità maggiore non solo personale ma anche verso i miei compagni, dai più giovani ai più grandi e sono contento che coach Fioretti me lo abbia chiesto. Essere di aiuto ai nuovi ma anche a chi c’era prima per formare il gruppo e stare insieme sempre meglio è importante. Ho visto con i miei occhi grandi capitani come Melli, Rodriguez, Datome, e da loro cerco di trarre ispirazione”.  Direi che gli esempi che mi hai fatto sono stati notevoli… “Bhe direi di sì, dei giganti”. Come stai fisicamente? “Tranne il naso rotto al terzo allenamento tutto bene (ride)… ma non c’è stato alcun problema ho messo la maschera e sono andato subito avanti, non era nemmeno la prima volta. Mi sento bene, stiamo lavorando forte e il gruppo è bravo a seguire il lavoro del coach”. Pensi di essere cresciuto come giocatore nelle ultime stagioni e cosa puoi ancora migliorare nel tuo gioco? “Penso di sì e negli ultimi anni qui ho anche trasformato il mio ruolo nei primi 5 mesi con Ramondino; è stato un processo non scontato per me che abbiamo anche accelerato, ho speso del tempo ed impegno per farlo ed ora mi torna molto utile. Ringrazio anche De Raffaele per il lavoro fatto nel mio adattamento anche ad un altro ruolo. E’ bello sapere tante cose. Ho fatto tanti passi in avanti ma devo migliore sotto l’aspetto difensivo e nel riuscire a toccare di più l’area (riuscire a penetrare con più continuità ed efficacia), cosa che lo scorso anno sono riuscito a fare poco”. Quest’anno avrai meno palla in mano e più tiri piazzati? Inoltre avete molte opzioni fra gli esterni con 4 uomini tutti adatti a iniziare il gioco… “Sì, diciamo che stiamo provando a giocare in modo fluido, cercando un flow per cui tutti possono toccare la palla ed essere aggressivi. Essere interscambiabili, giocando ad un ritmo più alto”. Coach Fioretti. Lo conoscevi già molto bene e credo che per te sia stato più immediato capire e mettere in pratica la sua idea di basket? “Più che altro conosco bene la persona e so quanto sia esigente in quello che fa e quanta attenzione ci metta. So cosa richiede in campo, è meticoloso ed attento, ha grande conoscenza e mastica basket di alto livello da tanti anni. Sono contento sia arrivato e abbia intrapreso una carriera diversa e gli auguro di fare bene”. I nuovi compagni come si stanno inserendo? Ne conoscevi già alcuni? “Hubb contro cui ho giocato da avversario a Trento e ad Atene, con Pecchia ho fatto le nazionali giovanili e giocavamo contro quando eravamo piccoli. Stanno lavorando tutti bene con disponibilità”. Vi aspetta una preseason impegnativa, una scelta voluta per testare il livello del nuovo roster e tenere alto il ritmo di lavoro? “Questa è una bella domanda. Sono sempre amichevoli ma provare le cose con squadre di alto livello può essere importante per capire prima cosa va e cosa no. Giocare sotto grande pressione avversaria e con intensità è certamente più allenante, ci tornerà utile”. In Serie A tanti roster sono cambiati. Come vedi la nuova stagione? “Sempre Milano e Bologna sopra tutte e poi una grande battaglia. Trieste, Trapani, Trento, Brescia hanno aspettative importanti con buoni roster, Udine e Cantù sono neopromosse ma hanno solidità ed i canturini anche un palazzetto caldissimo, Varese ha tenuto un coach che le ha dato una identità importante ed anche noi speriamo di fare bene”. Senza Coppe sarà un vantaggio? “La Coppa ti può togliere qualcosa certo ma dall’altra parte giocare in Europa è una soddisfazione grandissima per noi e credo sia affascinante anche per il pubblico”.      C’è attesa anche fra di voi per l’esordio in Cittadella? “Chi è qui da anni l’ha vista costruire, quando ho firmato il contratto non c’era nemmeno il tetto, e quindi sì c’è attesa. Casale ci portava via energie, andavamo la anche quattro volte a settimana, anche ad allenarci, ed era più stancante. Non vediamo l’ora di entrarci. E’ anche un passo importante per la città”. 

Davide Maruffo

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