Quando la sera del 9 marzo 2022 decisi di partecipare alla votazione per l’approvazione della Variante Generale al Piano Regolatore, uno dei motivi che mi rendevano dubbioso erano la scelte operate in tema di organizzazione degli uffici del settore pianificazione del territorio (urbanistica ed edilizia) dalla giunta Chiodi, che avevano condotto allo smembramento dell’ufficio del piano voluto dal compianto ing. Gilardone, per creare invece un’entità battezzata con un’improbabile miscellanea di termini giuridico – amministrativi. Pensavo che con il raggiungimento dell’obbiettivo sarebbero state finalmente accantonate tali scelte e venisse ripristinata la situazione ex ante degli uffici, ma, da quanto ho avuto modo di apprendere nell’ultimo numero di Sette Giorni, così non è stato, e gli effetti negativi di tali scelte paiono davvero evidenti. A proposito di quella votazione, partecipai sostenendola, anche se quello portato all’approvazione era uno strumento urbanistico mancante di quelle scelte coraggiose e di ampio respiro che avrebbero potuto essere mantenute, almeno in parte, con un lavoro di cucitura e di convinto sostegno presso gli organi superiori (Provincia e Regione in primis), che spesso necessitano di essere ‘convinte’ della bontà delle proposte che vengono loro sottoposte. Un Prg che nelle proposte avanzate dalla giunta che guidavo aveva punti di forza di indiscutibile efficacia, due su tutti. In primis l’ampia area per servizi pubblici con destinazione sanitaria e ospedaliera deputata ad ospitare una struttura di alto livello, scelta non sostenuta e stralciata da questa amministrazione, ma di cui, guarda caso, oggi si sta parlando con sempre maggiore insistenza ed in risposta alla quale i comuni limitrofi, Alessandria in testa, non riescono a trovare adeguata soluzione. E poi le aree produttive e logistiche, che sono state oggetto di un massiccio ridimensionamento rispetto alle previsioni ed alle necessità reali, frutto dell’evidente mancanza di capacità di convincimento e di difesa delle proposte fatte agli enti superiori. Va sottolineato, poi, come le iniziative industriali oggi poste in essere altro non sono se non l’attuazione di quella pianificazione che ha ormai oltre vent’anni, portata avanti con varianti parziali dalle amministrazioni precedenti. Non esistono nuove iniziative su nuove aree. Anzi, attendiamo di assistere all’inaugurazione dell’insediamento Autamarocchi e dei suoi 250 addetti (figlio di un viaggio a Trieste di una delegazione comunale, dimostratosi perfettamente inutile), cavallo di battaglia di una giunta che sul tema si è sprecata in annunci tanto roboanti, quanto spesso vuoti. Va riconosciuto, invece, che sulle norme di attuazione (le cosiddette regole) l’attuale giunta e gli organi superiori non hanno avuto nulla da obiettare ed il territorio, se non ha ottenuto quello che si sperava in termini di disponibilità e duttilità delle aree produttive, può almeno giovarsi di norme innovative e funzionali. E questo è stato l’ago della bilancia che fece propendere il mio voto verso l’approvazione. Ma torniamo al tema di attualità, ovvero le scelte in materia di gestione del personale, dopo essermi colpevolmente dilungato sulle scelte pianificatorie. Allo smantellamento dell’ufficio del piano, ufficio che noi avevamo voluto perché convinti che ci fossero all’interno della macchina le professionalità per arrivare al risultato, ed ai conseguenti aumenti di costi (circa 70 mila euro) che invece si sono dovuti sostenere per continue consulenze tecniche demandate ad uno studio privato fuori provincia, divenuto ormai il vero ufficio urbanistica del comune, si aggiunge anche, purtroppo, lo sfascio dello sportello unico per l’edilizia. In questo caso, e siamo ad oggi, un dipendente di provata competenza e serietà, unica figura nella gestione di quell’ufficio e nei rapporti con l’utenza (non solo quella di natura tecnica) è stato praticamente costretto alle dimissioni dopo mesi di appelli inascoltati che sottolineavano le gravi problematiche in cui versava l’ufficio stesso, che non poteva essere retto da una persona sola. Fatti che non potranno non avere (ma li hanno già avuti considerando che gli uffici versano in situazione di difficoltà da tempo) conseguenze sulla città: si pensi, infatti, che lo Sportello Unico per l’Edilizia aveva, tra l’altro, il compito di istruire tutte le comunicazioni e le richieste di interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento, ristrutturazioni di appartamenti e fabbricati sia unifamiliari che condominiali, predisporre l’istruttoria delle pratiche da sottoporre all’esame della commissione edilizia. Un compito impegnativo che per mesi ha svolto, in situazione di acclarata difficoltà, un funzionario ed ora non si sa chi potrà farlo. Una fine annunciata, iniziata proprio dallo smantellamento dell’ufficio del piano, che si completa ora, con questa nuova tegola per tutti i tortonesi che hanno e avranno a che fare con interventi di miglioria delle proprie abitazioni. Speriamo vi si ponga rimedio a breve, anche se i tempi delle assunzioni nella pubblica amministrazione sono notoriamente lunghi e i numeri risicati di tecnici a disposizione, che andranno altresì rimotivati, non rendono ottimisti.
Gianluca Bardone, consigliere comunale Italia Viva