Inquinanti Pfas in valle Scrivia

Nei giorni scorsi è stato edito dall’Arpa il monitoraggio dei Pfas nelle acque dell’Alessandrino, avviato già nel 2019 a seguito delle polemiche sullo stato di inquinamento dei corpi idrici dell’area di Spinetta Marengo. Intanto i Pfas, il cui nome deriva da un acronimo inglese, nascono negli anni ’40 come composti chimici di sintesi e sono molti utilizzati nell’industria trattandosi di sostanze idrorepellenti e oleorepellenti.

Purtroppo sono inquinanti che si smaltiscono difficilmente, così come esplicita il nome in inglese, e sono dichiarate  persistenti. La legge prevede che entro il 2026 i Pfas nelle acque siano ridotti a zero, ma fino a quella data non esistono limiti per le acque potabili. Arpa ha compiuto rilievi sia lo scorso anno che quest’anno e la zona della bassa Scrivia presenta tracce di inquinanti persistenti nel tempo. Infatti si tratta di tracce di Pfoa, acido perfluoroottanoico usato nelle pentole con rivestimento antiaderente ma che, pare, non  sia più in commercio da anni e da Pfos, acido perfluoroottansolfonico, anch’esso ormai poco usato, considerati Pfas di vecchia generazione. In sintesi i dati rilevati dall’Arpa nelle acque del Tortonese. Alzano Scrivia: tracce di Pfoa su tutti i 19 prelievi effettuati tra il 2022 ed il 2023; Castelnuovo Scrivia: nel 2020 tracce di Pfba (acido perfluorobutanoico) in tutti i prelievi effettuati, in seguito rilevati sempre Pfos e Pfoa; Guazzora: rilevate solamente tracce di Pfoa e Pfos; Isola Sant’Antonio: rilevate tracce di Pfos, così come a Molino dei Torti ove l’Arpa ha trovato anche tracce di Pfoa; infine Piovera con tracce di Pfoa. Nessun rilevamento, invece, a Pontecurone e Sale; a Tortona trovate lievi tracce di Pfoa così come a Villalvernia ove l’inquinante è stato trovato in 5 prelievi su 8.