“Attenzione alle zanzare, la Dengue un rischio anche in Italia”

Intervista al primario di malattie infettive di Alessandria Chichino

Da notizie giornalistiche si apprende che stanno aumentando in Italia ed in Europa le segnalazioni di casi di Dengue. Abbiamo chiesto delucidazioni in merito al primario di Malattie Infettive dell’ospedale di Alessandria Guido Chichino. In effetti c’è molta attenzione sull’argomento e tutti gli Stati si stanno preparando a monitorare la situazione perché bisogna avere dei dati precisi sui casi di importazione, cioè portati da viaggiatori che hanno contratto l’infezione in Paesi dove è da sempre presente, ed eventualmente su quelli autoctoni, cioè contratti in Italia. 

Può chiarire meglio? La Dengue, detta anche Febbre Spaccaossa per la sintomatologia con la quale si manifesta, è una malattia infettiva causata da un arbovirus, cioè uno di quei virus a Rna che si trasmettono all’uomo dagli artropodi, in questo caso dalle zanzare, soprattutto del genere Aedes. Fra queste occorre ricordare Aedes aegypti ed anche Aedes albopictus, la zanzara tigre. Pertanto, la diffusione della malattia segue necessariamente la presenza di queste zanzare su un determinato territorio. Se si guardano le cartine geografiche mondiali sulla distribuzione di queste zanzare si può notare come grossomodo questa sia stata sempre compresa nella zona tropicale fra il 35esimo parallelo nord ed il 35esimo sud. Questa distribuzione però sta ampliandosi negli anni ed occorre ricordare che il nostro Paese si estende fra il 47esimo ed il 35esimo parallelo nord, perciò stiamo diventando un Paese a rischio.

Quindi abbiamo già dei casi di persone che si sono contagiate in Italia? Dall’inizio dell’anno in Italia sono stati segnalati un centinaio di casi, tutti di importazione, ma bisogna ricordare che negli ultimi anni qualche piccolo focolaio c’è stato. Quello che preoccupa oggi è la grande diffusione che la Dengue ha avuto ed ha ancora in America del Sud: oltre 4 milioni di infetti nel 2023 e più di 2 milioni di casi già nei primi mesi di quest’anno con circa un milione di decessi in Brasile. Si calcola un aumento dei casi di oltre il 200% negli ultimi anni. E’ chiaro che di fronte a questi numeri impressionanti la preoccupazione di una diffusione della malattia a livello mondiale non può essere che elevata.

Ma oltre la febbre ed i dolori alle ossa come si presenta la Dengue e qual è la sua gravità? La sintomatologia delle febbri di origine virale è comune in diverse patologie: febbre, dolori articolari, mal di testa, prostrazione, congiuntivite, ecc. La Dengue è caratterizzata dagli intensi dolori alle ossa ed alle articolazioni e da un esantema che ricorda il morbillo. Il vero problema sono le reinfezioni, soprattutto nei bambini. Il virus si presenta in 4 sierotipi diversi fra loro anche per distribuzione geografica. Quando una persona si infetta con un sierotipo sviluppa gli anticorpi contro quello specifico sierotipo, che però possono essere dannosi in caso di reinfezione con un altro sierotipo. Non è tutto ben chiaro sui meccanismi che stanno alla base di questo danno ma sembra che i primi anticorpi non riescano a neutralizzare il secondo virus, causando così un disordine immunitario che danneggia il midollo osseo bloccando la produzione di piastrine. Infatti, la forma grave di Dengue, potenzialmente mortale, è quella emorragica per grave piastrinopenia. Se può interessare, avrei anche un aneddoto da raccontare in proposito. Anni fa (ero a Pavia) mi capitò di curare un dirigente di una società internazionale che contrasse la Dengue facendo jogging lungo le rive del Gange in India. Rifiutò l’avanzamento di carriera come responsabile del suo settore per tutto il Sudamerica per paura di reinfettarsi con un sierotipo diverso di virus.

Abbiamo cure e/o forme di prevenzione? Non esistono cure specifiche ma solo terapia di supporto, trasfusioni comprese. Esistono dei vaccini ma bisogna fare alcune precisazioni. Un primo vaccino licenziato negli Stati Uniti si è dimostrato efficace solo nel prevenire le forme gravi nei bambini già infettati, ma più dannoso nei casi di nuove infezioni. Il problema risiede sempre nella variabilità dei 4 sierotipi. Un secondo vaccino efficace su tutti i sierotipi è ora approvato in Europa ed anche in Italia, ma sempre con lo scopo di prevenire le forme gravi se ci si deve recare in zone endemiche. 

Quale è allora la forma migliore di prevenzione? La forma migliore di prevenzione per questa malattia e per tutte le altre trasmesse da vettori è la lotta ai vettori stessi, in questo caso alle zanzare. Personalmente ritengo che le zanzare debbano essere eliminate con qualsiasi metodo, ma non vorrei sollevare polemiche con i vari ambientalisti.