Si avvicina il giorno della commemorazione dei defunti e il mio pensiero va alla situazione deplorevole che sta attraversando il nostro cimitero nella parte cosiddetta “vecchia”. Esempio paradigmatico di questo disinteresse è lo stato in cui versa la tomba di un pittore che ha portato il nome di Tortona in tutto il mondo: mi riferisco a Cesare Saccaggi. Andate, cari lettori, a vedere e resterete estrerrefatti. Fortunatamente dove non arriva l’ente pubblico sono i privati ad agire per porre fine a tale sconcio.

Mi riferisco ad un progetto avviato dal Lions Club Tortona Castello che intende promuovere una «chiamata alle armi» di altri club – l’unione fa la forza – per dare attuazione all’iniziativa. A me è stato chiesto di indagare in merito al periodo in cui è stata edificata l’edicola funeraria e i risultati non si sono fatti attendere. Siano dunque i documenti a parlare. Il 18 novembre 1920 «Cesare Saccaggi pittore» (così si firma) indirizza al municipio di Tortona l’istanza «perché gli venga concessa (nella parte vecchia del cimitero di Tortona) l’area di circa mq. 8 tuttora disponibile nello spazio fra la cappelletta Panzarasa e quella della famiglia Romagnoli, onde praticare lo scavo e copertura sufficienti ad una modesta tomba di famiglia, uniformandosi alle condizioni d’uso regolamentari». Protocollata il 4 dicembre la richiesta viene esaminata con sollecitudine dalla giunta municipale il 29 gennaio 1921 (presieduta da Giuseppe Vaccari, assessore effettivo e sindaco facente funzione) ottenendo parere favorevole dietro pagamento della somma di lire duecento al mq «e così di complessive lire milleottocento» (lo spazio dell’edificanda edicola era di nove mq. n.d.r.) somma alla quale andavano aggiunte le spese per l’atto di cessione da stipulare a spese del Saccaggi. La giunta, prima di deliberare, aveva già ottenuto il parere favorevole dell’ingegnere comunale nel quale venivano stabilite condizioni e dettagli tecnici che dovevano essere rispettati (dimensione e prezzo dell’area, spazio dei colombari ecc.). L’atto formale della concessione porta la data del luglio 1921. Poiché la burocrazia non perde occasione per intromettersi è il Sottoprefetto che l’8 settembre 1921 chiede copia della delibera di giunta e il sindaco il 15 successivo dà assicurazione che il terreno alienato al Saccaggi «fa parte dell’area destinata alle sepolture private». Quando poi la costruzione – sicuramente avvenuta in tempi rapidi – venne avviata e conclusa non è, al momento, dato sapersi. La ricerca comunque continua. A chiusura di queste brevi note un po’ polemiche, ma che fanno chiarezza sull’edicola Saccaggi, vorrei sottolineare come chi non ha rispetto per i defunti non merita la considerazione dei vivi.
Giuseppe Decarlini
