“Dispiaciuto per la contestazione dei tifosi ma sono stato bene, mi piacerebbe tornare. A Tortona mi sono sentito apprezzato. In campo si è prima uomini e poi giocatori”

Intervista a Edoardo Mariani

E’ arrivato solo a stagione iniziata, benché fosse già entrato nel mirino della società in estate, e con 5 reti di cui 3 decisive, 4 assist, una serie di rigori conquistati ed un atteggiamento sempre positivo e trascinante per i compagni (21 presenze totali) Edoardo Mariani, ascolano di nascita, è subito diventato un punto di riferimento per la squadra e un idolo dei tifosi che hanno riconosciuto in lui attaccamento alla maglia e grande serietà. Un giocatore importante su cui puntare per costruire anche la squadra della prossima stagione. La società vorrebbe confermarlo, vedremo se il “Loco” tornerà. Per ora lo abbiamo raggiunto durante le sue vacanze in Abruzzo. 

Ciao Edoardo. Spieghiamo subito da dove deriva il tuo soprannome Loco. “E’ semplicemente un nome che è uscito sui social, con il tempo”. Come giudichi la tua esperienza a Tortona. Sei soddisfatto? “Assolutamente sì, sia a livello professionale che personale. Ho lasciato Tortona dopo l’ultima festa con la squadra, ho ricevuto tanti complimenti in qualità di calciatore ma anche come persona e quelli mi hanno fatto ancora più piacere. Sono stato bene con staff e ragazzi, è bello quando ti fanno i complimenti per la persona che sei, non solo per il calciatore; in campo si è prima uomini e poi giocatori”. Ti sei trovato bene con il gruppo e con la società? “Benissimo, la società è seria e il gruppo mi ha accolto alla grande”. Il periodo di adattamento alla nuova realtà è stato breve? “Sì perchè ho trovato subito un ambiente sereno e già i primi giorni ricordo che mi chiamavano tutti per nome, cosa che altrove era impensabile. Spesso nel calcio l’inserimento nel gruppo è molto più lento, invece qui fin da subito squadra e società mi hanno fatto sentire apprezzato, parte del gruppo”. Abbiamo letto del tuo apprezzamento per Tortona e il Derthona e per la gente “umile” che ti rimane vicina. Puoi dirci qualcosa di più a riguardo? “Una frase che mi è venuta dal cuore per alcune situazioni vissute in stagione. La squadra quest’anno era poco esperta, abbiamo patìto sconfitte dure come quella con il Chieri, il campo in quella occasione era una lastra di ghiaccio, ma abbiamo anche ottenuto vittorie importanti e storiche come a Sanremo, con il Varese, con la Lavagnese. Nella difficoltà ci siamo uniti e quello è il bello del gruppo che c’era a Tortona; una squadra di giocatori esperti dopo il 6-1 con la Novaromentin avrebbe scaricato la responsabilità sul mister, noi invece ci siamo compattati ancora di più, il mister ha dimostrato di essere umile e concreto ed a Lavagna abbiamo fatto la guerra per lui. Ci sono state talmente tante difficoltà, a partire dal campo di allenamento, che una squadra non umile avrebbe mollato già molto tempo prima, e tante persone non conoscevano la realtà!”. Sei subito diventato l’idolo dei tifosi grazie al tuo impegno ed il tuo attaccamento alla causa. Hai “percepito” questa passione del pubblico nei tuoi confronti? “Non del tutto. L’ho percepita ma un po’ meno di come avrebbe potuto essere in una situazione normale. E’ un rammarico che ho perché prima di venire a Tortona tutti mi dicevano che era una piazza bellissima, con un sacco di tifo, una grande storia dietro e questo era ciò che mi aveva convinto in parte a venire. Poi arrivo e alla prima gara con l’Oltrepò c’era in effetti il tifo ma è stato un massacro totale. Mi è dispiaciuto da questo punto di vista, poi i commenti personali fuori dallo stadio facevano sempre piacere”. Come giudichi il livello del Girone A a cui hai partecipato per la prima volta in carriera? “Non te lo so dire con certezza ma rispetto al Girone D, dove ho sempre giocato, forse è un pochino più basso. Io però avevo sempre fatto l’esterno mentre Turi mi aveva ritagliato un ruolo da seconda punta. Non so quindi se è il livello del girone diverso o sono io che ho cambiato posizione e mi sono trovato molto bene”. Hai trovato differenze con le tue passate esperienze? “Sì, proprio perchè ho cambiato punto di vista passando da esterno a seconda punta. Preferisco così, ho più libertà di prendere palla e di muovermi”. Magari qualche obbligo difensivo in meno? “No quello no, nel calcio di oggi si attacca e si difende in 10. Prendi il Bra, una squadra che attaccava e difendeva alla grande, tutti insieme, la coppia di attacco tornava anche oltre la metà campo”. Il tandem con Mencagli ha prodotto goal e spettacolo, eravate piuttosto ben assortiti, come ti sei trovato con il bomber toscano? “In fase di possesso attaccavamo bene la profondità, purtroppo abbiamo avuto poco tempo per crescere insieme e mancava anche la struttura adatta per poter migliorare l’intesa. Ma sono contento, per lui ho fatto due assist e guadagnato un paio di rigori”. La squadra che ti ha impressionato di più? “Il Chisola, il primo tempo con noi erano ingiocabili. Noi eravamo attendisti e ripartivamo ma loro andavano a duemila, attaccavano con tanti uomini ed erano feroci nella riaggressione palla. Una partita con un’intensità così nel Girone D non la avevo mai vista. Però sono durati un tempo, nella ripresa pareggiai. Poi mi è piaciuta tanto la Novaromentin con il suo 4/3/3 ideale”. Il giocatore? “Nessuno che mi ricordi in particolare”. La tua gara migliore? La peggiore? “La migliore non te lo so dire, forse quando ho fatto doppietta a Fossano, ma probabilmente ho giocato meglio per la squadra in altre gare. La peggiore Sanremo nonostante un assist di tacco per Menc che ha preso il rigore. Non stavo bene, avevo problemi al piede”. Futuro. Che intenzioni hai? Hai già parlato con la società? Hai ricevuto proposte? “Adesso sono d’accordo con il mio procuratore che mi lasci due settimane di stop totale in cui voglio riposare e staccare totalmente. Ho parlato con la società che mi ha espresso il suo volere e io ho detto la verità. Una volta che avrò sul piatto tutte le proposte valuterò, non mi pongo limiti o restrizioni. Non ho detto se torno oppure no. Valuterò considerando che a Tortona sono stato bene e mi piacerebbe tornare, magari in una squadra con ambizioni”. Nel 2023 ti sei laureato in scienze pedagogiche a Macerata. Dopo il calcio ti piacerebbe insegnare? “Ho già lavorato in un centro per autismo, a scuola come assistente alla socialità ed in alcune strutture per ragazzi svantaggiati. Mi piace questo ambito, ho sempre avuto interesse per la marginalità in generale, che sia disabilità o dipendenze, mi piace aiutare chi ha bisogno”.    

Davide Maruffo

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