Continuiamo l’inchiesta sulla valutazione della vendemmia intervistando Enrico Mandirola, vignaiolo di Casasco.
Vendemmia 2024 com’è andata? Che tipi di vini producete? Quali sono le vostre etichette principali? L’annata 2024 è stata per la viticoltura della nostra zona una tra le più complesse degli ultimi anni. La primavera e l’inizio dell’estate sono state caratterizzate da abbondanti piogge come da tempo non accadeva. Tutto ciò da un lato ha migliorato la situazione di siccità che da qualche anno affliggeva le nostre campagne, ma contemporaneamente ha creato anche le condizioni favorevoli per lo sviluppo della peronospora, un fungo che colpisce la vite creando danni prima sulle foglie e successivamente sui grappoli. La stagione è quindi continuata con un normale decorso estivo e l’uva che abbiamo vendemmiato è risultata di ottima qualità. Dal punto di vista quantitativo invece, registriamo una diminuzione rispetto alle annate di normale produzione che si aggira intorno al 30% a seconda delle varietà.
Il clima “pazzo” di quest’anno come ha influito? Ci sono stati ritardi o anticipi nelle raccolta delle uve? Cosa sta succedendo nei vigneti per effetto del cambiamento climatico? Quest’anno l’epoca di vendemmia è stata allineata con il tradizionale periodo di raccolta che per il nostro territorio tendenzialmente ricade nel mese di settembre. Era però da alcuni anni che la vendemmia veniva anticipata anche di molto in ragione del fatto che il clima molto caldo e siccitoso determinava un anticipo di maturazione delle uve. Di sicuro l’annata meteorologica 2024 è stata per i vigneti di maggior equilibrio, con assenza di stress idrico, motivazione per cui le uve e i vini futuri saranno caratterizzati da un miglior equilibrio ed eleganza, caratteristiche sempre più ricercate dai consumatori. Bisogna però evidenziare il fatto che tutte le variazioni climatiche in corso vanno ad incidere sicuramente sui vigneti che si ritrovano ad affrontare con sempre maggior frequenza lunghi periodi estremamente caldi e aridi alternati ad altri molto umidi e ricchi di precipitazioni. Tutto ciò crea di sicuro notevoli stress alle piante che oltre ad incidere sulla produzione vanno anche ad indebolire la struttura della vite fino ad incidere sulla durata stessa del vigneto.
Se dovesse scegliere due parole chiave per descrivere i vostri prodotti, quali sarebbero? Autentici e sorprendenti. Sorprendono molto spesso una persona che li assaggia per la prima volta per la loro autenticità.
Quali sono per voi le tre regole d’oro per un buon vino? Tradizione e innovazione: come bilanciate questi due aspetti? La nostra è un’azienda fondata da molti anni, io rappresento la quarta generazione. Anche per questo motivo la tradizione è presente in ogni azione e in ogni luogo ed è da qui che cerchiamo di integrarla scegliendo le innovazioni che meglio si adattano alla nostra realtà.
Come vedete le attuali tendenze del mercato del vino? Ci sono nuovi sviluppi che influenzano la vostra produzione o strategia di marketing? Il mercato del vino è in continua evoluzione e nell’ultimo periodo si sta dirigendo sempre più verso vini spumanti e vini bianchi. Noi nel nostro territorio abbiamo il Derthona Timorasso sul quale puntare e che sta ottenendo sempre più successo dentro e fuori dai confini nazionali. Per cui penso che sia questa la carta vincente nel prossimo futuro.